Firenze

Sabato 7 settembre torna il pellegrinaggio: a piedi dall’Impruneta a Firenze, ricordando Caterina

L’iniziativa è nata recuperando una tradizione storica del XVII secolo quando alla vigilia della Natività di Maria, da tutte le zone intorno a Firenze molte persone venivano per partecipare alla festa dell’8 settembre. Essendo lungo il percorso da fare a piedi, si mettevano in cammino dalla sera prima, con le lanterne: doveva essere un grande spettacolo perché da tante strade si vedevano confluire a Firenze queste luci e queste persone che dormivano nei portici della piazza, e partecipavano poi il giorno dopo alle celebrazioni e alla «fierucola» in cui vendevano merci e prodotti. Le donne che arrivavano con le loro merci presero il soprannome di «fierucolone»: da qui la parola «rificolona» che è passato poi a indicare le tipiche lanterne di carta che, di forme sempre più fantasiose e colorate, ancora oggi i bambini si divertono a portare in giro. Il pellegrinaggio ha consentito di restituire alla festa la sua radice religiosa. Spiega Tommaso Favalli, presidente dell’associazione «In Cammino» organizzatrice dell’iniziativa: «Il pellegrinaggio è un modo per ricominciare l’anno, alla fine dell’estate, affidandosi a Maria. Oggi può sapere di antico: in realtà è una metafora della vita, un mettersi in cammino insieme agli altri verso una meta comune. Un gesto che aiuta a capire cosa è la vita cristiana».L’iniziativa è nata, all’inizio, da un piccolo gruppo di amici: nel corso di questi anni ha visto un numero di persone sempre maggiore, diventando un appuntamento che coinvolge tutta la Chiesa fiorentina. «Questa – sottolinea Tommaso – è una cosa di cui noi organizzatori siamo grati. Il mondo ecclesiale è fatto di tante realtà che hanno vocazioni specifiche, ma in fondo tutti siamo nella Chiesa. Il pellegrinaggio nel tempo ha coinvolto spontaneamente, senza che nessuno forzasse le cose, un numero sempre più ampio di persone, di parrocchie, di associazioni e movimenti».Il pellegrinaggio dell’anno scorso è stato segnato dalla commovente testimonianza di Caterina Morelli, che abbiamo poi ricordato in questi mesi dopo la sua morte: una giovane mamma che ha vissuto con fede e amore la sua malattia. «Lei è stata molto legata al pellegrinaggio e ne ha disegnato il logo: la sua testimonianza è luminosa» sottolinea Tommaso. Il pellegrinaggio di quest’anno (che vede come sempre, tra gli organizzatori, i suoi familiari) sarà dunque anche l’occasione per ricordarla. E tra tante luci, non mancherà la sua a illuminare il cammino dei pellegrini.