«Vorrei che nei pratesi crescesse una maggiore apertura di credito verso il Vangelo». Nel giorno di Santo Stefano, patrono della Diocesi e della Città di Prato, il vescovo Gastone Simoni si è rivolto in particolare «a coloro, sebbene non credenti, lontani dalla vita di fede e dalla Chiesa ma che si riconoscono in non pochi valori del cristianesimo», affinché «approfondiscano le ragioni dell’essere cristiano». «Cosa impedisce questa riconsiderazione?», si è chiesto il presule nel corso del solenne pontificale celebrato questa mattina nel Duomo di Prato.Come da tradizione il Vescovo ha presieduto la cerimonia, concelebrata dal clero diocesano. Presenti le autorità cittadine, l’assessore comunale Adriano Ballerini, in rappresentanza del sindaco di Prato, il presidente della Provincia Lamberto Gestri, il sindaco di Cantagallo Ilaria Bugetti, i vice sindaci di Vaiano e Vernio, rispettivamente Primo Bosi e Paolo Lucarini. In cattedrale anche i rappresentanti delle principali categorie economiche cittadine. Alla fine della celebrazione infatti mons. Simoni ha proclamato i sei vincitori della seconda edizione del premio Santo Stefano, dedicato alle aziende pratesi che si sono contraddistinte per lo sviluppo del lavoro a Prato in modo etico. E prima di annunciare i nomi delle aziende premiate il Vescovo ha ricordato mons. Eligio Francioni, scomparso a settembre. «Il Vicario ha detto il Vescovo è stato tra i maggiori artefici di quella armonia, tra Chiesa e Città, che negli anni ha dato vita a molteplici iniziative di solidarietà».Nella sua omelia il Vescovo ha preso a prestito la storia di Santo Stefano, primo martire della Chiesa, per commentare con dolore e preoccupazione «l’ennesima strage di cristiani, causata dall’odio, avvenuta in Nigeria. Questi fatti la dicono lunga sulla situazione di tanti cristiani nel mondo». India, Pakistan, Egitto e Nigeria. Quattro nazioni, «purtroppo sono soltanto alcune», citate da mons. Simoni, nelle quali «i nostri fratelli di fede cattolica sono stati negli ultimi anni perseguitati». La preoccupazione del presule sta anche nel fatto che «per questi fatti non ci meravigliamo più. L’invito però è a non rispondere con l’odio e con condanne generalizzate, stiamo attenti ha sottolineato al fondamentalismo condannatore». Prendendo a riferimento le vicende di Santo Stefano, «che barbaramente lapidato non gridava ma perdonava come Gesù sulla croce», mons. Simoni invita «a pregare per i perseguitati e i persecutori. E poi ha aggiunto facciamo sentire la nostra voce e quella dei nostri fratelli, vittime di tanta cattiveria e violenza, in favore dell’autentica libertà religiosa per tutti». Ed ecco l’appello a coloro che si dicono cristiani e vivono in Italia e in Europa e in quelle nazioni dove «la libertà religiosa è ancora una fondamentale condizione sociale e politica», affinché «fatti come questi siano per noi motivo di accresciuta responsabilità». Da qui il richiamo a «non vergognarci mai di essere cristiani, siate disposti a coniugare con la voce della fede tutti i campi della vita umana».Infine il Vescovo ha descritto con una immagine la condizione umana nel mondo. «La nostra vita è impastata di terra e cielo ha affermato mons. Simoni , senza la prima saremmo angeli. Senza cielo rischiamo di essere affogati nel materiale. Potessero allora tanti pratesi fissare gli occhi al cielo e scoprire la gloria di Dio». (cs)