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RWANDA, ANNAN RICORDA GENOCIDIO MA INVITA AD AGIRE PER EVITARNE UN ALTRO IN SUDAN

La comunità internazionale “deve essere pronta ad agire rapidamente”, anche con mezzi militari se necessario, per permettere l’accesso degli aiuti umanitari in Darfur, la regione del Sudan occidentale dove il conflitto ha provocato una gravissima crisi: lo ha detto oggi il segretario generale dell’Onu Kofi Annan a Ginevra intervenendo alla Commissione dei diritti umani in occasione della commemorazione per il decennale del genocidio in Rwanda. Dopo i due minuti di silenzio osservati a mezzogiorno in onore delle vittime e aver ricordato che “il Segretario Generale dell’Onu, il Consiglio di Sicurezza, gli stati membri e i media internazionali non prestarono attenzione ai segni annunciatori della catastrofe” di dieci anni fa, il numero uno delle Nazioni Unite ha espresso la sua “grave inquietudine” per la situazione in Darfur, dove secondo un alto funzionario dell’Onu sarebbe in atto una ‘pulizia etnica’. “Oggi – ha dichiarato Annan – non possiamo escludere che in una situazione analoga potremmo reagire in tempo. Il rischio di genocidio è purtroppo sempre presente ed è per questo che ho deciso di cogliere l’occasione di questo anniversario per annunciare alla Commissione dei diritti umani dell’Onu un piano d’azione per la prevenzione dei genocidi facendo intervenire tutto il sistema delle Nazioni Unite”.

Nell’ovest del Sudan non c’è tempo da perdere: da quando sono iniziati gli scontri tra i ribelli locali – che si sono armati per difendersi dai continui attacchi dei predoni – e l’esercito governativo, si contano alcune migliaia di vittime e un milione di sfollati, tra cui oltre centomila profughi nel confinante Ciad. “La comunità internazionale non può restare a guardare: è vitale che gli operatori umanitari e gli esperti dei diritti umani abbiano accesso immediato e senza limiti alle vittime” ha sostenuto con fermezza Annan. Da ieri un team dell’Onu si trova al confine del Ciad in attesa del permesso da parte delle autorità sudanesi per entrare in Darfur. “Se questo accesso sarà rifiutato – ha insistito il segretario del Palazzo di Vetro – la comunità internazionale dovrà essere pronta ad agire rapidamente e in modo appropriato”. Annan ha preannunciato “una serie di misure che potrebbero includere un’azione militare”, precisando che si tratta di un’opzione “in caso estremo”. Misna