GIUSEPPE CONTI: Il matematico che ha svelato i segreti di Brunelleschi
Conti si interessa della matematica applicata alla musica, all’arte, all’architettura. Attraverso la matematica è riuscito a scoprire come è stata costruita la cupola del Brunelleschi che, oltre che un architetto fu anche un matematico. Brunelleschi era in forte contrasto con i fiorentini; perciò non volle loro svelare come sarebbe arrivato alla realizzazione della cupola. Ecco perché questa è stata un enigma fino a poco tempo fa. Per cercare di risolverlo, fin dall’epoca del Brunelleschi sono state fatte tante ipotesi. Conti si è messo a studiarle una per una riducendole in formule matematiche, per vedere che oggetto avrebbero dato se fossero state realizzate. La cupola è piena di matematica. Senza la matematica non si potrebbe capire come è stata fatta. «Ho scoperto che quasi tutte le teorie messe in pratica danno lo stesso risultato e gli oggetti ottenuti seguendo le teorie corrispondono alla cupola di Santa Maria del Fiore. Le dirò una curiosità: due studiosi del Brunelleschi, partendo da presupposti diversi, avevano formulato due teorie sulla costruzione della cupola; i due si odiavano in maniera viscerale perché ritenevano sbagliata l’ipotesi dell’altro. Io le ho analizzate entrambe dal punto di vista matematico e, alla fine, mi sono accorto che erano identiche».
Per diffondere le sue affascinanti idee su una matematica a misura d’uomo, Conti ha realizzato un sito internet. Con tale sito ha vinto nel 2002 il Pirelliaward che premia annualmente i migliori lavori di divulgazione scientifica tramite Internet. È stato il primo matematico a vincerlo e fra i vincitori è in compagnia di qualche premio Nobel, di enti quali la Nasa e la Ericsson (il lavoro in questione può essere visto cercando i vincitori del 2002 nel sito www.pirelliaward.com).
Sì, ma in famiglia, insisto, di che parla? «Non di matematica, certo». Sposato due volte con due insegnanti di matematica, il figlio maggiore è ingegnere meccanico, la figlia, «nauseata» dei numeri, ha studiato psicologia, ma scoprendo che la matematica in fondo in fondo non era così brutta, si è laureata in psicologia del lavoro, materia piena di statistica e quindi di matematica; ha un bambino che ovviamente va bene in matematica.
Come si fa a parlare di matematica in casa? Infatti, parlano di calcio. Tifoso sfegatato della Fiorentina, quando la squadra perde, Conti è a lutto. E gli studenti se ne accorgono. «In famiglia ho due grosse disgrazie, purtroppo» (mentre mi dice così, pensando a qualche lutto o a qualche grave malattia, comincio a cercare disperatamente nel mio scarno repertorio delle formule di circostanza): la moglie e il figlio sono juventini: «Queste sono le disgrazie. Quando ci sono certe partite esco di casa per evitare lo scontro fisico. Guardi che c’è la matematica anche nel calcio, e non alludo solo alle geometrie di gioco».
Il pallone non è una sfera, ma un poliedro archimedeo disegnato da Leonardo da Vinci, fatto da 20 esagoni e da 12 pentagoni. Quando la palla vola e gira per aria si applica una precisa legge fisico-matematica che serve anche agli aerei per volare e alle barche di andare di bolina, cioè controvento. Chissà se i calciatori, anche quelli che vanno al Cepu, lo sanno.