GIOVANNI TRAVAGLIATI: Il decano dei butteri

DI ANTONELLA MONTISe volete sapere tutto, ma proprio tutto, sui cavalli maremmani, potete rivolgervi a Giovanni Travagliati: «La differenza fra i maremmani di oggi e quelli di una volta è che ora sono incrociati con i purosangue arabi; prima erano maremmani veri quelli che allo zoccolo avevano tre dita di cornella fra l’unghia e il nodello, oggi quattro dita non bastano. Io di maremmani ne ho domati più di 200. Si prendevano da tre anni, prima mai». Giovanni, classe 1909, è il più anziano fra i butteri toscani. È dal 1936 che abita a Marsiliana. Nella piccola frazione del comune di Manciano, in provincia di Grosseto, trovò subito lavoro presso i principi Corsini. «Ricordo – racconta – che quando le principesse venivano a casa dalla scuola per le feste, si andava nel bosco a cavallo con le bisacce piene di provviste, poi si stendevano le tovaglie e si mangiava all’aperto. Io tagliavo il pane e il principe mi diceva sempre che le ragazze non dovevano essere servite». In veste di capo bestiaio Travagliati è rimasto con i Corsini per 50 anni. «In tutto questo tempo – ricorda l’anziano buttero – ho conosciuto tre principi ma quello che amava di più gli animali era Andrea, che non prese mai moglie e fece costruire il fontanile silenzioso per non far spaventare i cavalli con il rumore dell’acqua. Poi ho conosciuto il principe Tommaso, che aveva avuto quattro femmine e un maschio, Filippo, quello che c’è ora e che è venuto anche al funerale di mia moglie Anna. Nel 1982 Giovanni si licenzia dai Corsini. «Dopo essere stato capo bestiaio ho fatto anche il guardiacaccia. C’era miseria allora – ricorda – di notte c’erano sempre i bracconieri e io dovevo prenderli. Comunque, se ero solo, quando li trovavo li perdonavo sempre perché sapevo che dovevano sfamare la famiglia ma se ero in compagnia dovevo fare il mio dovere. E quelli che avevo lasciato andare quando mi trovavano mi pagavano sempre da bere».

A novantasei anni Giovanni fa volentieri un bilancio della sua vita. «Sicuramente, per quanto riguarda il mestiere, rifarei quello che ho fatto perché mi è sempre piaciuto stare all’aperto con gli animali. Avevo anche quattro operai sotto di me ma la vita era dura: sveglia all’alba e via in sella su e giù; a volte non ce la facevo neppure a venire a casa per il pranzo. Nella mia carriera avrò fatto un migliaio di brutte cadute da cavallo e i segni li porto ancora. Una volta, dopo aver saltato un fosso qui a Marsiliana mentre andavo verso Capalbio e portavo la pistola in qualità di guardiano (decreto del ’50), ho battuto proprio sulla pistola e mi sono incrinato una costola: il “soprosso” si sente ancora».

Tanta passione per i cavalli va bene ma il momento più bello della sua vita è stato quando si è sposato. «Nel 1941 – dice Giovanni – quando presi moglie, lei aveva 20 anni e io 32. Siamo stati insieme 56 anni e pensavo che prendendola di 12 anni in meno mi avrebbe aiutato in vecchiaia e invece…. Noi si andava a mercare i vitelli dai contadini e io la conobbi così, a casa sua, a Colle di Lupo di Marsiliana. Poi la rivedevo solo quando veniva a Marsiliana a portare il formaggio per il principe. Nel 1940 fui richiamato per 4 mesi prima a Udine poi a Gorizia. Allora mi decisi e mandai una cartolina ad Anna: bagnai del francobollo solo i “pinzi” e sotto ci scrissi: “baci!”. I figli vennero nel ’46, nel ’48 e nel ’50».

Alla sua veneranda età Giovanni non si è ancora «ritirato» a vita privata anzi capita spesso di incontrarlo a feste frequentate anche dal bel mondo. Occasioni che gli hanno permesso, anno dopo anno, di conoscere tante persone famose. «Ho conosciuto il presidente Ciampi – racconta – e poi, quando nel 1999 sono stato invitato a Castagneto Carducci da Gaddo della Gherardesca ho conosciuto anche Naomi Campbell. Quando me l’hanno presentata non sapevo che era una milardaria, per me era solo una spilungona troppo alta e troppo scura. Quest’anno ancora non so se rifaranno la festa. Avevo preparato un uncino per Gaddo: se quando la rifaranno sarò ancora vivo glielo porterò».

L’amico di nobili e personaggi famosiGiovanni Travagliati, classe 1909, è il buttero toscano più anziano e vanta amici e ammiratori in tutta Italia (è comparso più di una volta in televisione) e partecipa con la stessa energia a tutte le feste dove si ricorda la Maremma: da quelle di paese ad Alberese e Capalbio al più elitario Castagneto Day dove ha conosciuto Naomi e Sarah Ferguson e ancora, nobili, attori e personaggi famosi.

Nato il 30 settembre di quasi un secolo fa , Giovanni Travagliati è arrivato a Marsiliana nel 1936 già buttero esperto. Nella piccola frazione del comune di Manciano trovò subito lavoro presso i Principi Corsini e con loro, in veste di capo bestiaio, è rimasto per ben 50 anni. Grande esperto di bestiame brado e soprattutto di cavalli, il vecchio buttero che ha sempre difeso a spada tratta la vecchia razza del cavallo maremmano, raccomanda sempre di allevare se possibile allo stato brado perché alle bestie come agli uomini togliere la libertà significa non temprarle fisicamente, accorciando loro la vita.