GABRIELE BEZZI: Il francescano che corre per chi non può ancora farlo
di Simone Marcis
New York, Parigi, Roma… no, non è il ricco Phileas Fogg in giro per il mondo, come ce lo racconta Jules Verne, non è una scommessa da vincere in 80 giorni, è qualcosa di più importante.
Il protagonista del nostro libro ideale è un frate francescano minore, oggi cappellano militare presso la caserma Santini della Guardia di Finanza di Livorno: Gino Bezzi, diventato padre Gabriele e detto dagli amici «runner» per la sua passione-missione di corridore di maratone e non solo, per promuovere progetti di solidarietà per i bambini che hanno bisogno di essere curati, che non hanno avuto la stessa nostra fortuna.
Il suo impegno, oltre al ruolo che ricopre presso l’ambiente militare che lo circonda, è una vita al servizio di Dio e del prossimo. L’amore per la corsa, che ha avuto sin da piccolo, oggi è la forza che lo accompagna nelle sue mission: impossible che cerca di superare per una giusta causa, come servitore di Cristo, testimone della Sua Parola.
Tre grandi città per un obiettivo comune, tre maratone: quella di Roma che correrà il prossimo anno, New York e Parigi traguardi già tagliati, che nell’album fotografico della sua vita rappresentano testimonianza, impegno ed amore per il prossimo.
Correre una maratona, ogni volta, diventa un esempio di sacrificio e dedizione, di sofferenza e sforzo, un esempio anche per quei giovani che invece di gettare via la loro vita possano invece riscoprirne i veri valori. La vita è metaforicamente una corsa, lunga e difficile, piena di insidie per un traguardo di speranza, dove qualsiasi forma di egoismo dovrebbe scomparire per far posto al cuore, per farci aprire gli occhi.
Il traguardo di padre Gabriele è realizzare progetti di solidarietà raccogliendo fondi grazie alle sue partecipazioni ad eventi importanti come una maratona oppure organizzando lui stesso manifestazioni sportive a scopo benefico.
Siamo andati a trovarlo nel suo ufficio presso la caserma «Santini» della Guardia di Finanza di Livorno. Fu monsignor Mani, allora Ordinario Militare, a chiedergli di entrare nell’ordinariato come cappellano militare dopo l’esperienza alla Verna durata dieci anni, dal 1984 al 1994. Prima aveva comunque vissuto in mezzo ai giovani e si occupava della loro accoglienza e del centro Tau e, oltre che a gestire tutte le attività, ogni anno partecipava alla Giornata mondiale della pace. La sua esperienza in mezzo a loro lo fece approdare in un mondo diverso, quello militare, anche questo con molti giovani da seguire spiritualmente.
Da oltre 15 anni padre Gabriele è cappellano militare e qui a Livorno terminerà il proprio servizio, visto che il prossimo anno andrà in pensione e taglierà il traguardo dei 30 anni di vita francescana.
Il nome Gabriele è dedicato ad una persona che farà sempre parte della sua vita: Gabriella era la moglie ed apparteneva alla sua vita precedente. Ma con la sua scomparsa prematura, è nata la scelta di portare il suo nome per sempre nella vita di frate, intrapresa appunto quasi 30 anni fa. Il dolore per la sua perdita lo ha condotto ad un’altra possibilità che Dio gli ha donato e lui ha scelto di seguirlo.
Il prossimo 18 dicembre sarà inaugurata un’altra ala del Baby Caritas Hospital di Betlemme per il quale anche padre Gabriele si impegna da anni perché tanti bambini possano avere un punto di riferimento sanitario. Lo scorso anno è stato in Terra Santa a consegnare personalmente le attrezzature che sono state acquistate con il denaro ottenuto e nei prossimi giorni saranno inaugurati sette nuovi ambulatori, pronti all’uso.
Dopo aver corso la mezza maratona di Livorno, lo scorso 14 novembre, padre Gabriele si preparerà per Roma 2011, in programma per il 20 marzo. Per lui e per alcuni amici che correranno con lui questa sarà «la maratona di Alessio», il bambino cui è stata dedicata anche l’iniziativa livornese. Sin dalla sua nascita, i medici hanno detto che Alessio, colpito da una malattia gravissima, non potrà né camminare né parlare ma, grazie al coraggio dei genitori che hanno intrapreso cure costose, il piccolo dopo 10 mesi di terapia riesce già a strisciare. La partecipazione alla maratona internazionale in programma nella capitale alle porte della primavera è proprio per permettergli di continuare a curarsi e realizzare il sogno di camminare da solo. Per rimarcare questa speranza, il francescano ha scelto di indossare già durante la recente corsa livornese assieme agli amici che lo hanno accompagnato anche in questa avventura per la raccolta di fondi da destinare alle cure una maglietta verde. Per Natale è poi prevista la pubblicazione della favola «Gino il pinguino che sapeva sognare», seconda iniziativa del progetto. La terza sarà appunto la maratona di Roma, che verrà corsa anche nel ricordo di Leonardo Trainni, ufficiale della 46ª Aerobrigata di Pisa recentemente scomparso, così come la mezza maratona livornese era dedicata al ricordo di Ivano, un giovane che aveva dedicato la sua vita alle missioni, morto nell’adempimento del suo lavoro.
Infine, tra le molte iniziative per le quali padre Gabriele si è reso disponibile e portavoce a 360 gradi, vorremmo ricordarne una che esiste dal 1994 e che il francescano ha sempre sostenuto dopo aver conosciuto la dottoressa Giuseppina Veneruso di Firenze, una pediatra impegnata in Brasile per combattere le gravi carenze di salute in cui versavano molti bambini a causa di un inadeguato sistema sanitario locale.
Per Alessio e per i bimbi della Terra Santa
Chi volesse sostenere concretamente i progetti di solidarietà promossi da padre Gabriele Bezzi può rivolgersi direttamente a lui presso la Caserma Santini della Guardia di Finanza, Scali della Darsena 10, Livorno, e-mail ginobezzi@libero.it. Le donazioni per Betlemme possono essere effettuate sul c/c postale n. 69795961, causale «Progetto padre Gabriele», oppure attraverso la Caritas di Verona, con bonifico sul conto presso Unicredit Banca, filiale di Sant’Ambrogio Valpolicella (Verona), Abi 02008, Cab 59822, c/c 40434541, causale «Aiuto bambini Betlemme». Per maggiori informazioni su Alessio e donazioni, oltre che contattare padre Gabriele si possono consultare su internet gli indirizzi http://blog.libero.it/dolcealessio/ e http://maratonasolidariet.blogspot.com o scrivere ad alessandropasqualato@libero.it.
«Livorno per Betlemme», il progetto abbinato alla maratona di New York
Caritas Baby Hospital di Betlemme è l’unico ospedale pediatrico in Cisgiordania e nella striscia di Gaza. Dal 1952 le porte del Caritas Baby Hospital sono aperte ogni giorno senza interruzione a tutti i bambini palestinesi e alle loro mamme.
Il fondatore, padre Pater Ernst Schnydrig, attraverso la Kinderhilfe Bethlehem di Lucerna, l’associazione «madre» che opera in quest’ambito da oltre 50 anni, si era posto come obiettivo quello di assicurare un’assistenza medica di base ai più piccoli, prime vittime delle conseguenze del conflitto israelopalestinese.
Per loro questo ospedale resta a tutt’oggi un’oasi di pace e di serenità. È gestito dalle Suore Francescane Elisabettiane, serve oltre 500 mila bambini ed è una struttura che si regge solo sulle donazioni e sulla solidarietà.
Il Baby Hospital è un interessante punto di osservazione per capire la realtà di Betlemme, essendo indice delle difficili condizioni in cui vivono tante famiglie, specie nei villaggi, che pongono i bambini in una situazione di forte rischio di malattie. La disoccupazione tocca livelli altissimi e si fa sentire sempre più. Le condizioni igieniche precarie, in particolare la scarsità di acqua, rendono ancor più fragile lo stato di salute dei bambini. Nell’ospedale vi sono 3.500 ammissioni in un anno e circa 30 mila bambini seguiti negli ambulatori (100 al giorno).
L’ospedale ospita anche una scuola per infermiere che rappresenta, per molte giovani, l’unica prospettiva di lavoro e per la popolazione un segno fondamentale che alimenta la loro speranza per una vita migliore. In Italia sono molti i sostenitori di questa causa, in particolare è nata a Verona l’associazione italiana che aiuta il Caritas Hospital di Betlemme.
Padre Gabriele a Livorno ha contribuito a questo progetto attraverso diverse iniziative tra cui la sua partecipazione alla Maratona di New York nel 2008.