FRANCO VITI: L’uomo delle pellicce
Veramente, insisto, non si è mai dato nessuno svago? Scava nella memoria: l’unica passione che forse ha avuto, quando lavorava in officina, è stato «trafficare» con la meccanica: si costruì un motorino di 9 cc, funzionante, che adesso è esposto al museo di Limite sull’Arno, e un modellino in legno di un famoso galeone, nave ammiraglia dell’antica marina spagnola: «Allora avevo del tempo libero. Ora non più».
Franco Viti ha due figli: Alessio di 29 anni e Davide di 25 anni. Dall’andamento del colloquio, mi par di capire che non sia stato il padre che, avendo lui faticato per tutta la vita, alla prole ha risparmiato l’impegno, anzi: «Ho sempre voluto che durassero fatica: volete il motorino, la macchina? Guadagnateveli».
Il trattamento riservato al figlio maggiore è stato a suo modo esemplare: la preside delle scuole medie chiamò Viti e parlò chiaro: «Se dopo la scuola dell’obbligo, Alessio smette di studiare lo promuoviamo, se continua lo bocciamo, perché non ha le basi per andare avanti. Che facciamo?». «Nessun problema: bocciatelo pure». Dopo aver frequentato il liceo artistico, Alessio si è «trastullato» per un paio d’anni: «Aveva da decidere che cosa fare da grande». Al che babbo Franco gli ha affettuosamente suggerito: «Mentre pensi e decidi, vieni a lavorare, così fai qualcosa». Venne a lavorare nell’azienda, ma il padre non era contento e il tenore dei dialoghi era pressappoco questo: «Si entra alle 8». «Ma io sono il figlio del padrone». «Non me ne frega niente: tu vieni prima degli operai, quindi entri alle 8». C’è, comunque, un lieto fine: Franco Viti nel 1992 aveva costituito un’impresa edile di cui era ed è socio al 50%. Crescendo l’azienda e maturando il figlio, il padre lo ha affiancato al socio: ora Alessio lavora con profitto e costruisce bellissimi appartamenti nel circondario.
Il figlio minore, Davide, sembra che abbia soddisfatto un po’ di più il padre: era bravo a scuola ma anche lui non aveva voglia. Prima ha lavorato nella ditta edile come manovale e muratore. Ha mostrato voglia di imparare. Per mandare avanti l’azienda bisogna sapere come si fa una pelliccia: quelle della Florence Mode sono tutte fatte a mano. È andato in Grecia per 4-5 mesi a impratichirsi in un laboratorio che lavora per la ditta; ora è tornato e si sta comportando bene.
Terminati gli studi, a 15 anni, ha intrapreso il lavoro di meccanico, quindi tornitore e fresatore. Poi, su sollecitazione della moglie che lavorava nel settore delle pellicce e che lasciò il lavoro alla nascita del secondo figlio, Viti frequentò un corso di confezionamento delle pellicce e, dopo il lavoro in fabbrica, nel garage di casa cominciò a lavorare pellicce per conto terzi (dalle 17 a mezzanotte, i sabati e le domeniche…).
Nel 1981 decise di dedicarsi esclusivamente alla pellicceria, all’inizio sempre per conto terzi. Nel 1988 la grande scelta di aprire un’azienda propria, con un proprio campionario. Oggi è presidente di Florence Mode, azienda che fattura più di 5.000.000 di euro all’anno e che esporta i suoi capi in tutto il mondo.