Danilo, Milva e la «V Spalti»

di Tiziano Carradoriex V Spalti, Pistoia Il gigante e la bambinasotto il sole contro il ventoin un giorno senza tempo camminavano tra i sassi

Canzone bella e famosa. Sembra quasi che Ron l’abbia cantata per loro, ma correva l’anno 1971 e i due avevano soltanto 11 anni.

Milva abitava a Le Grazie, un piccolo paese di montagna, qualche chilometro sopra Pistoia. Danilo invece viveva in città. Si sarebbero incontrati otto anni dopo. Galeotta fu la sala da ballo del paese e chi la raggiunse. E pensare che Danilo quella sera non aveva alcuna voglia di salire fino a Le Grazie con i suoi amici. Però lo fece, conobbe Milva, e da allora non si sono più lasciati.

Insieme fino al matrimonio, arrivato nel 1985. Insieme nei momenti più belli, cinque e sette anni più tardi, alla nascita di Chiara e di Simona, le due figlie che oggi frequentano il secondo anno di ostetricia e il primo di infermieristica. Insieme in quelli più brutti, come la malattia di Milva, poi risolta, e la scoperta di quella con cui Danilo combatte da cinque anni: la Sclerosi laterale amiotrofica.

Direttore della filiale pistoiese di una grande azienda di ingrosso legnami, il ragionier Danilo, intorno al Natale 2005 inizia ad avvertire problemi alla mano sinistra. Non gli dà peso. Si ripromette di effettuare controlli appena ne avrà il tempo. Poi, a primavera, mentre gli episodi si moltiplicano, un avvenimento scatenante: nel fine settimana, a cancelli chiusi, nel piazzale dell’azienda che dirige si introducono due ragazzi. Trovano le chiavi del muletto da carico, lo accendono, iniziano una serie di pericolose evoluzioni finchè il mezzo si ribalta, uccidendo uno di loro. Danilo è interrogato a lungo, ha paura, rientra a casa in preda ad un evidente, incontrollabile tremore. Un anno dopo è intubato, affida la sua respirazione ad una macchina e si rinchiude in casa, da allora assistito 365 giorni l’anno da Milva, che praticamente non lo lascia mai.

Una situazione tutt’altro che facile, ma che all’inizio è stata dura da accettare. Il giorno della diagnosi definitiva, Milva, sconvolta, confessa di aver pensato di far salire in auto tutta la famiglia e di non rispettare una delle tante curve che si affrontano scendendo da Le Grazie. Quella che dà sul burrone.

«L’ho pensato, ma non l’ho fatto. L’ho detto a mia sorella e poi ne ho parlato con la psicologa. Così oggi sono qui. Siamo qui. Non è facile, ma ce la facciamo. Ce la faremo, vero Danilo?».

E la mano del gigantesu quel viso di creaturascioglie tutta la pauraè un rifugio di speranza.

È un verso scritto per loro? Lei ha descritto con semplicità il momento in cui ha avuto la forza di lottare. Lui invece sintetizza così la sua storia recente e i suoi programmi futuri.

«Sono Danilo, da cinque anni malato di Sla. Abito a Pistoia e voglio raccontarvi la bella storia che mi è capitata. I miei compagni di scuola delle elementari (pensate che ci siamo ritrovati dopo quaranta anni) mi avevano invitato a una cena. Io purtroppo ho dovuto dire loro che non potevo partecipare per evidenti motivi».

Ai due protagonisti principali si aggiungono quindi altri 24 personaggi: i ragazzi e le ragazze della V Spalti, una scuola elementare che oggi non c’è più. Ma loro ci sono, perché Patrizia ha coltivato il desiderio di riunire tutti, 40 anni dopo, per una cena. È così (siamo nell’aprile scorso) che vengono a sapere ciò che nel frattempo è capitato a Danilo. E da lì rinasce una bella amicizia, inizia un’intensa frequentazione a casa di Danilo e Milva, e arriva l’idea della serata nel principale teatro cittadino.

Sarà di sabato sera, il 12 novembre prossimo, e ci saranno tutti. Molti dovranno fare poca strada, abitando a Pistoia. Qualcuno invece verrà da Genova, Campobasso, Macerata, Firenze o Camaiore. Ma ci saranno tutti, Danilo compreso. Per lui sarà la prima volta. Ma forse non l’ultima, visto che i vulcanici e tenaci componenti della neonata Associazione Spalti hanno in programma altre iniziative e almeno un’altra sorpresa. Forse due.

«Dopo aver raccontato loro che tanti anni fa animavo una radio libera, hanno deciso di organizzare un concerto e mi hanno nominato direttore artistico della serata, visto che pretendono che ci sia anch’io. Per me sarà la prima volta che esco di casa, a parte per andare in ospedale».

Galeotta fu la radio e chi la diresse.

«Io facevo L’ora del cantautore – scrive Danilo con le pupille, grazie allo speciale computer oculare di cui è dotato – e la mia sigla era appunto Cantautore di Edoardo Bennato. Grazie alla radio avevo la possibilità di entrare gratis ai concerti, così ne ho visti molti. Il mio cantautore preferito è sempre stato Francesco Guccini. Lui abita a Pavana e io avevo la casa in un paese vicino al suo. Così ho visto un milione di suoi concerti. Mi piacciono tutte le sue canzoni, ma la mia preferita è La locomotiva. A casa ho sempre l’impianto per ascoltare i 33 giri, ma oggi ho un po’ perso la passione di ascoltare musica. Perché, vi dico la verità, quando l’ascoltavo mi piaceva farlo con una buona sigaretta e magari con un gocciolino».

E invece è costretto a letto, ma da lì riesce a tenersi, via mail, in contatto con molti amici. Tra loro c’è appunto Ron, consigliere nazionale e testimonial dell’Aisla («con lui ho un buon rapporto», dice Danilo), ma anche Stefano Borgonovo, l’ex giocatore di calcio colpito da Sla. E poi ci sono Daniela, dopo la morte del marito colpito dalla malattia, diventata presidentessa della sezione pistoiese dell’Associazione. E a fargli compagnia c’è anche l’Inter, di cui Danilo è tifosissimo, tanto da circondarsi di sciarpe, calendari, gagliardetti, maglie e quant’altro gli ricordi la squadra del cuore, che segue attraverso lo schermo a parete davanti al suo letto. Intorno al quale passano i suoi familiari, il padre, la madre, il fratello. E che ha accanto un altro letto nel quale di notte riposa Milva e di giorno si alternano spesso le figlie Chiara e Simona, che vanno a studiare con lui e gli domandano spiegazioni quando qualche passaggio dei loro libri è poco chiaro.

La Sla ti blocca, completamente e letteralmente, tutti i muscoli, lasciandoti liberi di muoversi gli occhi e, soprattutto, inalterate le facoltà intellettuali. Così Danilo ha conservato tutta la sua intelligenza, la sua capacità di mediazione, la sua autorevolezza, delle quali fa un uso accorto e sapiente.

Così Danilo e Milva continuano a camminare tra i sassi, sotto il sole e contro il vento, in un giorno senza tempo. Il gigante e la bambina.

Ma chi è il gigante e chi la bambina? Chissà cosa ne pensa Ron, ma a parere di chi scrive, siamo di fronte ad uno splendido esempio di interscambio di ruoli.

L’invito di Danilo: «Vi aspetto a teatro»«Credo molto nelle staminali».

Danilo digita con gli occhi questa sintetica risposta alla domanda su che cosa pensa della ricerca scientifica, per promuovere la quale lui, in qualità di direttore artistico, e i suoi 24 amici della ex V elementare, hanno organizzato per sabato 12 novembre alle 21 al Teatro Manzoni di Pistoia una serata speciale.

Si intitola «Metti una sera contro la Sla» e vedrà la partecipazione di Ron, attraverso un video dedicato a Danilo, e l’esibizione dal vivo di alcuni gruppi musicali pistoiesi, selezionati dal suo letto dall’ex animatore della prima radio libera di Pistoia. E poi, per i più piccoli, maghi e altre sorprese.

Della serata Danilo è stato la mente e i suoi ritrovati compagni, il braccio operativo. Ne sta nascendo un bell’appuntamento, che sta già facendo parlare molto.  

«Questa mia storia – spiega Danilo – ha avuto grande risalto sui giornali e sulle televisioni e  addirittura è andato in onda un servizio anche su Rai1 a La vita in diretta. Alla serata stiamo lavorando intensamente».

Sarà aperta da un intervento che lui sta scrivendo e che verrà letto dall’amica Patrizia. «Dopo che a luglio abbiamo avuto l’idea della serata, c’è stata una risposta eccezionale da parte della città. Le istituzioni ci hanno dato il patrocinio, abbiamo una ventina di sponsor, che ringrazio tutti di cuore, e la collaborazione con l’Aisla, alla quale verrà devoluto l’intero ricavato, va a gonfie vele. L’attesa per la serata è grande, sono in molti a chiederci i biglietti, tanto che contiamo di riempire il teatro fino all’ultima poltrona».

È felice, Danilo, e non lo nasconde, né via mail, né se lo si va a trovare.

«Se vi fa piacere essere dei nostri, potete acquistare i biglietti presso il botteghino del teatro. Oppure, se volete prenotarli, scrivete una mail alla mia attenzione a associazionespalti@ gmail.com . Vi risponderò e diventeremo amici. Stiamo anche predisponendo un nostro sito internet, www.associazionespalti.it. Insomma, vi aspetto».

Vorrei incontrarti fra cent’ anni combatterò dalla tua parte perchè tale è il mio amore che per il tuo bene sopporterei ogni male

Come in ogni anello narrativo che si rispetti, la conclusione spetta a Ron. Decidete voi se si tratta di un finale calzante e se sia il caso di aspettare cent’anni per diventare coprotagonisti di storie come questa, visto che si può esserlo a partire dal 12 novembre prossimo.