Chaves Aguiar: Il brasiliano che vuole tradurre in musica il Pievano Arlotto

di Donatella Righini

Da secoli l’Italia è meta di artisti che trascorrono qui un periodo di studio per arricchire il loro percorso formativo. Può capitare, però, che da questo impatto con la nostra cultura si crei un tale legame che un musicista brasiliano si senta così vicino alla nostra patria, tanto da essere tifoso della Fiorentina e, udite, udite, della nostra Nazionale di calcio. Stiamo parlando di Ernani Aguiar, classe 1950, uno tra i compositori e direttori d’orchestra più noti in Brasile, nato a Rio de Janeiro in una famiglia molto sensibile alla musica.

Abbiamo incontrato Aguiar nei giorni scorsi a Firenze, dove viene ogni anno a trascorrere le sue vacanze (che, essendo brasiliano, ha tra febbraio e marzo).

A cinque anni, il piccolo Ernani fu avviato allo studio del violino ed era un vero prodigio, che, come tutti i bambini prodigio, si esibiva in concerti molto impegnativi per i quali doveva studiare molto. Ma quel bambino, quando compì dodici anni, mostrò un carattere che ha in seguito sempre conservato: si ribellò a questa condizione e smise di suonare. Non sopportava più la pressione a cui era sottoposto per essere un enfant prodige. Da allora Ernani Aguiar è sempre stato, come ammette lui stesso, un ribelle alle convenzioni, ma la musica non l’ha abbandonata definitivamente e ha sempre continuato a immaginarsi «di diventare un compositore e anche un direttore che dirige le proprie opere».

Così, a diciassette anni, ha ripreso lo studio del violino, al quale ha aggiunto viola e composizione, che ha studiato con il maestro César Guerra-Peixe, di cui è diventato il «delfino».

Nel 1972 la svolta italiana. «Esisteva in Brasile l’Ordine dei Musicisti, che purtroppo oggi non c’è più, il quale erogava una borsa di studio per andare a studiare in un Paese europeo a scelta. Io scelsi Firenze – dice Aguiar – perché volevo studiare la Musica».

Così è iniziata l’avventura italiana, che lo ha portato al Conservatorio Cherubini, dove dal 1973 al 1975 si è perfezionato con Mario Fabbri, Vinicio Gai e Gianuario. Viveva praticamente nell’area del Duomo e ha coadiuvato monsignor Luigi Sessa nella direzione del Coro della Cattedrale, grande onore per lui che era «dopo maestro Isacco e Charles Antoine Champion (musicisti attivi nel Rinascimento e nel secolo successivo) l’unico altro straniero ad avere questo incarico».

A Firenze ha molto apprezzato le esecuzioni corali di musica sacra e anche le composizioni di Romano Pezzati, che è l’unico dei compositori locali viventi ai quali dice di ispirarsi.

L’esperienza italiana lo ha segnato positivamente. Ricorda che allora «la vita culturale fiorentina era ricchissima. Ogni sera era possibile scegliere fra varie opportunità , anche musicalmente. C’erano sempre concerti di vario genere musicale, era straordinario». Ricco di questi anni, nei quali la collaborazione con monsignor Sessa ha un ruolo fondamentale, Aguiar torna in Brasile, dove realizza il sogno di bambino: diventa compositore e direttore d’orchestra. Prima di dirigere le orchestre «io ho suonato come violinista e questo mi ha permesso di capire le esigenze di un orchestrale. Per questo quando sono sul podio non mi metto mai in una posizione di superiorità rispetto all’orchestra, bensì in una di collaborazione reciproca».

Non solo. A Rio Aguiar diventa anche docente di direzione d’orchestra all’Università Federale, dove tuttora ha la cattedra.

Come direttore ha avviato da anni una massiccia divulgazione della musica brasiliana del periodo coloniale, in particolare di Padre José Mauricio Nunes Garcia (1767-1830), al quale si devono «le prime scuole di musica gratuite del Brasile e quelle pubbliche di oggi». Ed è in virtù di questo impegno che nel 1993 è entrato a far parte , come membro titolare permanente, dell’Accademia Brasileira de Mùsica. L’Accademia, che è il più prestigioso sodalizio musicale del Brasile,  fu fondata da Villa-Lobos e deve riunire «quaranta musicisti: venti compositori, dieci interpreti e dieci musicologi che abbiano divulgato la musica brasiliana».

Come compositore è molto noto non solo in Brasile ma anche nel resto del continente americano, soprattutto per un suo brano strumentale (il terzo dei suoi 4 Momentos musicales per orchestra d’archi) e, ancor di più, anche negli Stati Uniti, per il suo Salmo CL per coro a cappella, che certo non possiamo fare a meno di ricollegare all’esperienza italiana nel Coro del Duomo fiorentino.

Aguiar dirige molto anche l’orchestra dell’Università di Rio, dove insegna e partecipa a molti progetti interdisciplinari con le cattedre di varie arti, sebbene per lui sia «negativo l’ingresso dell’insegnamento delle arti nell’Università». Tuttavia crede molto nei giovani e con loro lavora spesso. Recentemente ha allestito con le forze della Facoltà universitaria (Coro, Orchestra, cantanti, scene e costumi) un’opera di Antonio Carlos Gomes (1836-1896), Colombo, che è stata anche incisa in un cd che ha ricevuto moltissimi premi e riconoscimenti in Brasile e nell’America latina. Anche in questo caso la scelta artistica di Aguiar è andata verso la divulgazione di un compositore brasiliano, ma Firenze continua a guidare la sua attività musicale. Sta infatti componendo una sinfonia dedicata alla città, dal titolo Florentia (emblematico), e anche una sinfonietta, dedicata al Pievano Arlotto, del quale cerca di tradurre in musica la celebre vena ironica e la vita burlona del celebre chierico fiorentino.

Da Rio a Firenze per studiare e dirigere il Coro del DuomoErnani Henrique Chaves Aguiar è nato il 30 agosto 1950 a Petrópolis, Rio de Janeiro. Compositore, direttore di coro e musicologo ha studiato con vari compositori e direttori in Sud America (in particolare con César Guerra-Peixe) e in seguito in Europa, dove nel 1977 è stato selezionato per partecipare a un master di direzione con Sergiu Celibidache. Prima di questa esperienza ha studiato, grazie a una borsa di studio elargita dall’Ordine dei Musicisti del Brasile, al Conservatorio Cherubini di Firenze dal 1972 al 1975, città nella quale ha anche coadiuvato monsignor Luigi Sessa nella direzione del Coro del Duomo. In Brasile ha lavorato nella Funarte (Fondazione Nazionale dell’Arte) come gestore del progetto di sviluppo delle orchestre (orchestre dilettanti e giovanili i cui membri erano preparati ad andare nelle orchestre professionali) dal 1982 al 1985. È stato direttore-assistente di tutti i complessi della Radio del Ministero dell’Educazione e della Cultura del Brasile e poi dell’Orquestra Sinfonica Joven de Rio de Janeiro, fino al 1989. Dal 1985 al 2000 ha insegnato Direzione d’orchestra nelle Università di Rio de Janeiro e dal 1992 è docente in quella Federale, oltre che titolare delle orchestre universitarie.

Viene invitato come docente in corsi estivi e svolge anche una feconda attività di compositore, soprattutto di musica sacra. Ha composto tra l’altro quattro Messe, un Te Deum, due Cantate (di Natale e di Pasqua), una Pastorale e oltre trenta Mottetti e Salmi.

È fra i compositori brasiliani più eseguiti: il terzo dei suoi 4 Momentos per orchestra d’archi è il brano brasiliano più eseguito all’estero e il suo Salmo CL è uno dei brani corali più eseguiti dai cori statunitensi e inciso in decine di cd in America, Europa e Asia. Ha scritto anche musica strumentale e vocale profana. Molti i premi e riconoscimenti ricevuti, fra i quali il titolo di Cittadino Benemerito dello Stato di Rio de Janeiro e la Medaglia Tiradentes. Dal 1993 è membro titolare effettivo dell’Accademia Brasileira de Musica.