Arturo Paoli, 98 anni da distillare in gocce d’umanità
di Massimo Orlandi
«Io che sono arrivato all’epilogo vi dico che l’esistenza è bella. Non è facile, ma bella». Queste parole Arturo Paoli non solo le dice, le indossa, sono nel suo sguardo gioioso, nei suoi occhi curiosi, sono nella sua fronte aperta, somatizzazione, forse, della sua saggezza. Il prossimo 30 novembre Arturo festeggerà 98 anni. Li ha trascorsi come avrebbe desiderato sin da bambino: a cercare, nel suo piccolo, di rendere il mondo un po’ più giusto, perché, ha sempre creduto, «cercare il regno di Dio vuol dire realizzare una società più umana, più giusta, più fraterna».
98 anni sono tanti, e diventano ancora più affollati se si pensa alla quantità di esperienze che Arturo ha vissuto, partendo dalla sua Lucca per abbracciare i poveri del sud del mondo.
98 anni sono tanti, ma oggi esiste un modo per incontrarli, tutti insieme, e per distillarne preziose gocce di umanità. Silvia Pettiti, giornalista, scrittrice, collaboratrice e, direi soprattutto, amica di Arturo, si è cimentata nel difficile compito di mettere l’immenso fiume della vita del missionario dentro l’argine di un libro, per mettere questa storia a disposizione di tutti. «Ne valeva la pena», edizioni Paoline, non è semplicemente una biografia di Arturo Paoli; è un viaggio al suo fianco, che Silvia conduce soprattutto per favorire in chi legge il contatto con il protagonista. E, quando può, gli cede volentieri la parola, perché la voce di questo grande testimone del nostro tempo possa salire alta, e far sentire soprattutto a quest’epoca di crisi e di sfiducia, che la speranza ha sempre un argomento in più.
Arturo ha vissuto una vita intera a fianco di chi portava addosso le ferite dell’ingiustizia: è stato accanto agli ebrei perseguitati (il suo nome è scritto sul muro dei giusti di Gerusalemme), vicino ai giovani che ricostruivano l’Italia sulle macerie della guerra (all’epoca era assistente dell’Azione cattolica), e per metà della sua vita, al fianco dei poveri delle favelas del Sudamerica, dall’Argentina, al Venezuela sino al Brasile. Ovunque ha accompagnato il destino degli altri e accolto il proprio in nome di Dio: «Voltandomi indietro ha scritto trovo con molta gioia che le svolte della mia vita sono sempre guidate da colui che chiamo l’Amico, e la sua voce costantemente mi avvisa: obbedisci, poi capirai».
Walter Veltroni ha scritto nella prefazione del libro. «Poche persone hanno l’umanità immensa di Arturo Paoli. Ben pochi hanno saputo cercare con tanta intensità Dio nell’altro. Nel povero, nell’emarginato, nel perseguitato». Questo tesoro di umanità è a cielo aperto. Vi può anche aprire la porta, se andate a trovarlo, nella campagna di Lucca, a San Martino a Vignale dove Arturo ha cominciato da quattro anni una nuova avventura dello spirito. Lì incontrerete i frutti del suo cammino sintetizzati in uno stile aperto e gioioso e in fondo scritti in una frase, che gli si legge negli occhi «Non c’è bellezza più grande dell’amore».