Una sola è la «benedetta fra tutte le donne»
Entrambe le madri sapevano che ogni figlio era una benedizione di Dio misericordioso; che la sterilità era al contrario maledizione ovvero punizione e povertà di futuro; che almeno un figlio toglieva la vergogna della sterilità ed esaltava nella madre la sua misericordia. Zaccaria ed Elisabetta avevano supplicato con tenace insistenza la benedizione di un figlio e il Signore aveva loro fatto grazia. In quella casa Maria sosta per condividere gioia e stupore delle rispettive maternità: la sua incarnava un figlio donato da inattesa e misteriosa gratuità divina, visibilità di benedizione del Signore.
La benedizione è un dono che proviene da amore e bontà altrui, è il possesso dei segni di benevolenza dei quali il beneficiario fa tesoro. Maria stessa usufruisce d’una benedizione, quella che Simeone dona a lei e allo sposo Giuseppe nel giorno in cui salirono al tempio a Gerusalemme per offrire Gesù il primogenito al Signore. Molto raro invece è l’appellativo di «benedetto» o «benedetta». Esso diventa aggettivo perché qualifica una persona; equivale anche ad aggettivo sostantivato perchè corrisponde al nome proprio: il benedetto, la benedetta. I vangeli sinottici attribuiscono l’appellativo benedetto solamente al Signore Dio di Israele (cantico di Zaccaria), al messia che viene nel nome del Signore e al suo regno, al frutto del grembo di Maria, ai discepoli salvati invitati alla fine dei tempi a ricevere l’eredità del regno loro promesso. E a Maria.