Se Dio è puro spirito, come può Gesù essere in cielo in corpo e anima?
Gesù, che è Dio, dopo la resurrezione, è salito al cielo in anima e corpo e così lo incontreremo. Come conciliare tutto questo coll’idea di Dio Padre che sappiamo essere puro spirito?
Daniela Nucci
Gesù di Nazareth, figlio di Maria e Figlio unigenito di Dio Padre, chiamato il Cristo, è un «mistero» complesso. Infatti noi crediamo che il Cristo aveva due nature: una divina e una umana, ma una sola persona, quella divina. Come Dio era spirito, come uomo era corpo e anima, come persona era il Figlio di Dio. Lasciamo ai teologi di sbrogliare cosa esattamente si voglia dire con tutto ciò, e noi atteniamoci alla terminologia.
Gesù aveva una sola persona, quella divina, ma due nature, e in ragione di questo mistero gli antichi Padri della Chiesa coniarono questo termine: «communicatio idiomatum» che vuol dire esattamente che in Gesù si dà un interscambio di attribuzione delle proprietà di una natura all’altra. Per il fatto che avesse un unico supposito, o persona, in Gesù si può dire che Dio è uomo e che l’uomo è Dio, come si può dire che è Dio che piange su Gerusalemme e l’uomo è impassibile, come si può dire che Dio muore in croce e l’uomo è immortale. Di per sé sulla croce non è morto il Cristo in quanto Dio, ma l’uomo Gesù, perché se Dio poteva morire da se stesso non c’era bisogno dell’incarnazione.
Tuttavia per il fatto che Gesù fosse uomo e Dio, si possono legittimamente attribuire all’umanità di Gesù le caratteristiche divine, e alla divinità di Gesù le caratteristiche umane. Addirittura questa «communicatio idiomatum» è estensibile anche alla mamma di Gesù, Maria, che di per sé ha partorito l’umanità di Cristo, ma in forza di questa unità della persona divina, si può dire che Maria è la madre di Dio, che è il titolo più alto e più bello per una donna.
Sulla croce dunque è morto l’uomo Gesù, e il terzo giorno è resuscitato l’uomo Gesù, e al cielo, presso il Padre, c’è salito l’uomo Gesù con il suo corpo e colla sua anima, anzi accanto al Figlio c’è anche Maria, sua madre, in corpo e anima. Presso il Padre perciò al momento ci sono due esseri umani in corpo e anima: Gesù e Maria.
Messe così le cose sembra che non vi siano problemi: Dio è puro spirito e rimane tale nella sua Trinità di persone, Gesù in quanto uomo è perfetto nella sua gloria e così Maria, entrambi mantengono le loro caratteristiche umane, ma portate a perfezione.
Probabilmente la lettrice si chiede come possa il corpo di Gesù stare presso il Padre, diciamo così, in un «ambiente» spirituale senza perdere la corporeità. Qui per non sbagliare è meglio rifarsi a quello che scrive S.Paolo: «Qualcuno dirà: Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno? … Si semina corruttibile e risorge incorruttibile; si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale» [Cor. 15,35.43-44]. E ancora «Aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso» [Fil.3,21]. Non saprei dire meglio, e neppure spiegare. Tuttavia c’è un episodio in cui il Vangelo ci può far capire qualcosa. Gesù dopo la resurrezione entra a porte chiuse, e nonostante il suo corpo sia ormai in uno stato glorioso, tuttavia chiede ai discepoli di mangiare qualcosa, e di fronte a loro si degusta un bel pesce (Lc 24,43. Anche: Gv.21). Il che vuol dire che nonostante il suo corpo sia già «spirituale» tuttavia non ha perso le caratteristiche fisiche.
D’altra parte, se ci può far comprendere qualcosa di più, lo spirito non è contrario e in opposizione al fisico o alla materia, che sono cose diverse è vero, ma non in contrasto; si pensi a un blocco di marmo squadrato, che sotto l’opera dello scalpello di Michelangelo prende forma umana. Ora la forma è un qualcosa di razionale, di intellettivo, non si trovano le forme a giro per le strade, esse abitano il pensiero, eppure noi sappiamo coniugarle con la materia. Similmente nell’azione divina Dio coniuga lo spirituale o il glorioso con quanto è corporeo, come dice S.Paolo, senza alterare la fisicità, ma qualificandola e ottimizzandola. In questo senso possiamo comprendere un po’ meglio come Gesù nella sua natura umana possa essere e vivere presso il Padre, e con lui la madre Maria. Dunque non sembra che l’umanità, e di Gesù e di Maria, sia in contrasto con l’esser spirito di Dio, anzi dallo Spirito di Dio la nostra corporeità ne ha tutto da guadagnare.
Athos Turchi