San Francesco, un «play boy» convertito
Da questa settimana Toscanaoggi si arricchisce di una nuova rubrica: uno spazio in cui saranno segnalati e sintetizzati alcuni interventi fatti da Benedetto XVI durante la settimana nel corso dell’Angelus della domenica, dell’udienza del mercoledì o in altre occasioni pubbliche (incontri, viaggi, celebrazioni). La rubrica è curata da mons. Andrea Drigani, docente di Diritto canonico alla Facoltà teologica dell’Italia Centrale e Vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico diocesano di Firenze.
DI ANDREA DRIGANI
Castelgandolfo, com’è noto, si trova nella diocesi di Albano, per questo il Papa ha voluto incontrare, l’ultimo giorno di agosto, i sacerdoti di questa Chiesa particolare, con il medesimo stile con cui si ritrovò, qualche tempo fa, col clero di Roma, cioè con delle domande rivoltegli dai preti stessi (testo integrale).
In particolare è stato chiesto al Papa come possa oggi un sacerdote esprimere la scelta preferenziale per i giovani nell’affollamento di tante attività pastorali e come si possa servire i giovani a partire dai loro valori. Benedetto XVI ha fatto presente che occorre una «pastorale integrata», perché i parroci non hanno la possibilità di occuparsi sufficientemente della gioventù. Si deve trovare il modo, sotto il coordinamento del Vescovo, da una parte di integrare i giovani nella parrocchia, perché siano fermento della vita parrocchiale e dall’altra, di trovare a questi giovani anche l’aiuto di operatori extra-parrocchiali, ribadendo che le due cose devono andare insieme. Ha rilevato, poi, quanto sia importante, nella formazione cristiana dei giovani, l’esperienza del volontariato, quella dei gruppi di preghiera e della scuole di liturgia. Ha quindi rammentato che, proprio ad Albano, è stata fatta una rappresentazione della vita di san Francesco , si tratta – ha continuato il Papa – di iniziative che impegnano i giovani ad entrare nella personalità di questo santo ed a risvegliare la sete di conoscere meglio da dove ha attinto San Francesco: «Non era solo un ambientalista o un pacifista. Era soprattutto un uomo convertito».
È il tema della conversione, ha aggiunto Benedetto XVI, quello col quale si può animare la gioventù, anche collegandosi alla figura di san Francesco, per cercare una strada che allarghi la vita. E qui ha pronunciato quella frase, che ha colpito la sensibilità di alcuni giornalisti che l’hanno riportata, «Francesco prima era quasi una specie di play-boy. Poi, ha sentito che questo non bastava, ha sentito la voce del Signore che lo invitava a ricostruire la Sua casa e man mano ha capito cosa voleva dire “costruire la Casa del Signore”».
Il giorno dopo il Papa si è recato in visita al Santuario del Volto Santo di Manoppello, nell’arcidiocesi di Chieti-Vasto e, rivolgendosi di nuovo ai giovani, ha detto che chi incontra Gesù, si lascia da Lui attrarre, vive cioè in Dio già su questa terra, attirato e trasformato dal fulgore del suo volto. Questa – ha detto ancora Benedetto XVI – è l’esperienza dei veri amici di Dio, i santi, che hanno riconosciuto ed amato, nei fratelli, il volto di quel Dio a lungo contemplato con amore nella preghiera.