Misericordia e giustizia: come si conciliano questi due volti di Dio?
Dio è infinitamente buono e misericordioso, e pronto a perdonare ogni peccatore: Papa Francesco ce lo ripete continuamente. Eppure la Bibbia ci parla anche dell’ira di Dio, di un Dio di giustizia che punisce chi si allontana da lui. Come si conciliano questi due volti di Dio?
Angelo Bellini
La Bibbia è il libro della Parola di Dio, ma essendo scritta da uomini soffre della «mediazione» umana. È un libro che abbraccia oltre un millennio di storia umana e i modi di pensare e le categorie cambiano e variano nelle epoche, a queste Dio si adegua nel proporre il suo Verbo eterno al redattore. Supponiamo che un profeta di Dio fosse stato Leonardo da Vinci, per quanto geniale e intelligente, non gli avrebbe potuto dire che «verrà il tempo in cui i computers sostituiranno gli uomini», tutt’al più «un mezzo meccanico», sennò Leonardo non avrebbe capito, ma tra quello e un computer c’è un abisso e, come si capisce, la profezia zoppica se non ci fossero nel tempo ulteriori chiarimenti.
Ecco, nella Bibbia, man mano passavano i secoli, vi sono i chiarimenti, o meglio le integrazioni aggiornate a quanto gli uomini potevano capire. Fino al Figlio, Gesù Cristo, nel quale dice S.Paolo Dio ha rivelato tutto quello che aveva da dire. Dopo Gesù Cristo l’opera della Chiesa non è quella di rivelare cose nuove, ma esplicare, spiegare, chiarire nella sua interezza la Verità che abita in Gesù: portare gli uomini alla verità tutta intera sotto la spinta dello Spirito che opera nei credenti.
In quest’ottica si comprende che il volto di Dio assume contorni sempre più nitidi, perché non è un Dio dei morti ma dei viventi e sa proporsi ai suoi figli secondo una pedagogia propria di ogni tempo.
Potremmo obiettare che Gesù stesso parla di terribili ed eterni tormenti, e Gesù non è un profeta qualsiasi, anzi si pensa che le cose le sapesse bene.
Proponiamo allora un altro criterio da tenere presente. Gesù dice che Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio diletto (Cf. Gv, c.3).
Facciamo ora una panoramica di coloro che rientrerebbero nelle categorie salvifiche cristiane prese come suonano: chi non ha peccato? Chi ama gli altri per lo meno come se stesso? Chi si fa povero, mite, puro, perseguitato…? Chi ha vestito gli gnudi, ha sfamato l’affamato, accolto il pellegrino, incoraggiato il carcerato? Chi perdona sempre? Chi sa amare il suo nemico?
Se la questione salvifica è posta in questi termini, possiamo dire che coloro che si salvano saranno (vogliamo essere generosi) l’1% dell’umanità, e il 99% andrebbe dritta all’inferno. Ora se su 7miliardi di persone se ne dannassero 6.900.000.000, io mi chiederei: ma di che si parla nella Bibbia, che voleva fare Dio? E Gesù… tutta quella storia per non fare quasi niente, anzi per dannare ancor di più? Ma meritava mettere su un’odissea com’è raccontata nella Bibbia per salvare qualche spicciolo umano? Insomma interrogativi e domande importanti e consistenti, perché se la Trinità, dico la Trinità: Padre, Figlio, Spirito, in Tre, non riuscissero a salvare se non qualche migliaio di persone, la faccenda sarebbe così deprimente e scoraggiante che se la potevano risparmiare.
A noi dunque sfuggirà il come e il perché, ma certamente Dio non può essere a capo di un’impresa così fallimentare come si presenta il cristianesimo sulla carta storica. Non so come aggiusti la faccenda, ma senz’altro io sono propenso a credere il contrario cioè che il 99% si salvi.
Se il lettore è d’accordo con me, allora Papa Francesco fa bene a dire che Dio è misericordioso, anzi misericordiosissimo, perché ci fa capire che Dio ci ha dato tante regole non per dannarci, ma affinché noi potessimo realizzare una società come Lui l’aveva pensata: di amore reciproco, di fratellanza, di giustizia, di pace, di lealtà, di generosità, di perdono, di amicizia… Infatti Dio vuole che ci salviamo subito, fin da ora, dall’oggi del 2018, e non solo dopo la morte. Che senso ha una salvezza che arriva dopo: o è efficace subito oppure che salvezza è?
Il cristiano quando vive gli insegnamenti di Gesù è subito dentro la salvezza perché sono generanti di vita eterna. E chi non li vive? Ecco perché Dio deve essere Misericordioso al massimo, perché in qualche modo la morte di Gesù è data per tutti. Dio guarda alla morte di Gesù e dice al peccatore: non te la meriti ma per rispetto della morte di mio Figlio passa alla salvezza. Il 99% dell’umanità sono gli operai delle ore 17, cioè di quando si smette di lavorare.
E l’inferno? Speriamo sia vuoto, perché lo strazio della mancanza di Dio non è augurabile a nessuno, e Gesù vuol dire questo. Però come il demonio da Arcangelo, per una sua insondabile scelta, ha deciso di schierarsi contro Dio, così vi può essere qualche anima – io penso – che di fronte alla misericordia di Dio non l’accetti, come dice Gesù: i peccati contro lo Spirito Santo non possono essere perdonati, perché è l’atto di estrema autodeterminazione che ogni uomo ha diritto di fare, anche di fronte a Dio, e contro il quale Dio non si oppone, perché ogni uomo è legittimato e libero di fare le sue scelte anche catastrofiche e assurde.
Athos Turchi