Messa in estate: come favorire la partecipazione?
Tra poco, con la mia famiglia, andremo al mare. Se già durante l’anno è piuttosto faticoso riunirci tutti per andare alla Messa domenicale, durante l’estate l’impresa è ancora più ardua: da un lato c’è la tentazione della spiaggia, la difficoltà da parte dei figli a rinunciare a una mezza giornata di mare. Dall’altra devo ammettere che la Messa in una chiesa sovraffollata, piena di gente accaldata, di persone che entrano e escono dalla chiesa, non è particolarmente allettante. Le parrocchie dei luoghi di villeggiatura non potrebbero, durante l’estate, quando ci sono molti turisti, fare qualcosa per facilitare la partecipazione? All’estero ad esempio mi è capitato di preti che, dopo la Messa, si fermano in fondo alla chiesa per salutare le persone, soprattutto gli «ospiti».
Laura – Firenze
Cosa fare concretamente? Rispondo distinguendo due dimensioni su cui poter intervenire. La prima riguarda gli elementi legati al luogo della celebrazione: l’aula liturgica deve essere accogliente, ben disposta e curata della sua disposizione (si pensi alla seria difficoltà di pregare in presenza di: temperature rigide sia per il freddo, sia per il caldo; luogo troppo buio, o eccessivamente illuminato; mal funzionamento del microfono; difficoltà nel vedere bene la sede, l’ambone, l’altare; panche particolarmente scomode – o in numero insufficiente; ambienti non puliti e trascurati; mancanza di testi per poter eseguire insieme i canti ).
La seconda dimensione riguarda gli elementi della celebrazione stessa: anche in questo caso si può parlare di una liturgia che deve essere accogliente, ben disposta e curata. A cominciare dalla fase che precede l’inizio della Messa (perché non accogliersi fraternamente alla porta – già nei primi secoli era previsto il ministro dell’ostiario – e magari provare insieme i canti della celebrazione?) e comprendendo anche la fase che ne segue la fine (come proposto dalla lettrice, perché non soffermarsi in fondo di Chiesa – magari in un luogo adatto, per non disturbare troppo coloro che volessero trattenersi in raccoglimento – per un momento di saluto e di condivisione?), tutto deve favorire un clima autentico di preghiera e di comunità. Nel corso della celebrazione sono tanti gli elementi da poter valorizzare: le monizioni, le acclamazioni, i canti, le letture, la stessa omelia, i gesti, i momenti di silenzio, i vari atteggiamenti del corpo tutto può – e deve! – essere vissuto cercando di favorire l’autentica partecipazione e la preghiera dell’assemblea (solo a titolo di esempio, si pensi all’importanza della monizione introduttiva – le brevi parole che seguono il segno di croce ed il saluto liturgico: può aiutare tantissimo ad introdurci nello spirito giusto di quella propria celebrazione; un conto è celebrare un matrimonio segnato dalla gioia e dal clima allegro della festa, altro conto è celebrare un funerale dove i presenti sono feriti dalla scomparsa del loro caro: in entrambi i casi si celebra il mistero salvifico di Cristo, ma occorre attenzione per raccogliere sentimenti tanto diversi e indirizzarli alla preghiera).
Concludo ricordando che, se da una parte è un diritto di ogni fedele poter avere una celebrazione in cui si possa partecipare pienamente (grande responsabilità di chi presiede e cura la liturgia!), è altrettanto vero che il coinvolgimento attivo e consapevole è anche un dovere di ogni battezzato (non di rado ci si trova di fronte a persone poco disposte a partecipare realmente). Un’autentica partecipazione e celebrazione è possibile, oltre alla presenza e alla grazia del Signore, anche e soprattutto con il contributo di tutti!