Maria è «solo» la mamma di Gesù?
Un lettore scrive che Maria è «solo la mamma di Gesù». La risposta del teologo: è proprio così. Ma cosa comporta questo?
Basta leggere i Vangeli con un po’ d’attenzione per rendersi conto che la mamma di Gesù era solo la mamma di Gesù, nient’altro che la mamma di Gesù. Credo che molti sacerdoti lo sappiano, anche il Papa immagino lo sappia. Ma non si può dire, si rischia di perdere milioni di fedeli, si rischia di vedere deserti i grandi santuari dedicati alle tante Madonne. Nessuno andrebbe più a Lourdes, a Fatima, al santuario di Guadalupe, al santuario di Loreto, nessuno per ottenere una grazia chiederebbe alla Madonna di intercedere presso il figlio (ma che significa? Il figlio per intervenire ha bisogno che glielo chieda la mamma?). Non si può dire. È necessario continuare a credere che la mamma di Gesù sia una sorta di dea. Eppure Gesù non pronuncia una sola parola per far capire agli apostoli che la sua mamma sia qualcosa di diverso da una semplice mamma. Anzi, alle volte tratta la madre con un certo distacco. L’unico momento in cui Gesù sembra dare importanza alla sua mamma è quando, in agonia sulla croce, come se stesse tranquillamente conversando e non soffrendo pene atroci, dice a Maria: «Donna, ecco tuo figlio», riferendosi a Giovanni. Ma siamo sicuri che Gesù davvero pronunciò quelle parole? Sicuro che nelle tremende condizioni in cui si trovava, aveva la forza di parlare e di farsi sentire?
Renato Pierri
Risponde don Francesco Vermigli, docente di Teologia dogmatica
Inizio la risposta al sig. Renato Pierri, partendo dalla sua frase: «La mamma di Gesù era solo la mamma di Gesù». Vorrei semplicemente dire: è proprio così, questa è la risposta giusta. Tutta la vita di Maria è segnata dall’essere nient’altro che questo: la mamma di Gesù. Certo, Maria è una giovane donna del popolo di Israele, abitante di un oscuro villaggio della Galilea: insomma, Maria ha una vita precedente a quella dell’esser madre di Gesù. Ma non c’è dubbio che i Vangeli ce la presentino come la madre di Gesù di Nazareth.
Proseguendo nella lettura dell’intervento del sig. Pierri, capisco però che con il dire «è solo la madre di Gesù» si intende rimandare al carattere pienamente umano e creaturale di Maria. Anche qui voglio dire: è proprio così, questa è la risposta giusta. Quando si dice che tutti lo sanno (il Papa, i vescovi, i preti…) ma nessuno lo dice per ragioni di marketing religioso (almeno così capisco), credo che non sia corretto né storicamente né dogmaticamente e anche un poco ingrato nei confronti delle persone che vengono chiamate in causa. Maria è chiaramente per la Chiesa una creatura, Maria è chiaramente per la Chiesa una donna, Maria è chiaramente per la Chiesa una madre. Che nella devozione possa accadere che vi sia un rovesciamento dell’ordine – segnato nel motto napoletano «hann’ spugliat’ a Gesù e hann’ vestut’ a Maria» – non lo escludiamo. Ma davvero chi prega Maria più che Gesù è convinto nella sua mente che lei sia una “dea” e Gesù un semplice uomo? Nella mia vita di prete, non ho mai trovato anche nei più grandi devoti mariani una degenerazione della fede di tal genere.
Mi colpisce poi il riferimento che il sig. Pierri fa alle parole che Gesù dice in croce rivolgendosi a Giovanni e a Maria e che il nostro lettore concede esser «l’unico momento in cui Gesù sembra dare importanza alla sua mamma» (Gv 19,25-27). Manifesta però dubbi nei confronti del modo con cui è raccontato dall’evangelista. Gli sembra artefatto, dal momento che gli pare impossibile per un condannato a morte avere la forza di parlare. A parte che non conosciamo sufficientemente le modalità concrete della crocifissione tanto da escludere di per sé questa possibilità, ma non pare davvero che il contesto in cui compaiono, possa giustificare le parole «come se stesse tranquillamente conversando e non soffrendo pene atroci». Il contesto è chiaramente drammatico, il linguaggio è chiaramente salvifico; intorno a quell’uomo crocifisso tutti sono chiamati a esporsi, a favore o contro: Gesù è per tutti davvero per antonomasia e per eccellenza l’Ecce homo. Quelle parole allora non sono parole comuni dette per comunicare affetto in punto di morte: sono parole cariche di salvezza, perché questo è il momento culminante della nostra salvezza; quella salvezza di cui il crocifisso è pienamente cosciente, secondo quello che si apprende dai Vangeli. Ed è per questo che la tradizione ecclesiale da sempre ha letto queste parole come l’affidamento di Maria alla Chiesa e della Chiesa a Maria; Chiesa rappresentata dal discepolo fedele, Giovanni, l’unico rimasto ai piedi della croce.
E arriviamo al punto. Com’è possibile che la Chiesa sia affidata a Maria? A una semplice donna, a una semplice mamma? Perché, semplicemente, Maria non è una mamma come le altre. Possiamo immaginare che cosa significhi per una donna esser la madre del Salvatore del mondo? Possiamo anche solo immaginare cosa significhi per la sua anima? Possiamo anche solo immaginare cosa significhi per tutte le sue facoltà? Per il suo comportamento, per le sue azioni? Insomma, la frase iniziale è del tutto vera: «La mamma di Gesù era solo la mamma di Gesù». Ma il punto che dobbiamo sviluppare è che essere la mamma di Gesù non è essere la mamma di qualsiasi bambino.
La Chiesa – e si badi non Chiesa intesa come papi, vescovi, preti… ma intesa come il popolo di Dio – molte volte nella storia prima e talvolta – per un periodo – anche contro papi, vescovi e preti ha tratto conseguenze da questo dato di fede. La storia della Chiesa mostra infatti un popolo che prega, che manifesta la sua devozione, che si rivolge all’intercessione di Maria (sì, alla sua intercessione, perché il popolo di Dio da sempre intuisce che non è una mamma qualsiasi) e che anticipa di secoli i dogmi decisi da quei papi, vescovi e preti che – per così dire – sono stati trascinati a questo dalla fede del popolo di Dio stesso: quel popolo di Dio che per lungo tempo ha creduto oltre quello che la fede della Chiesa ufficiale fino a quel momento concedeva di credere. La storia dei dogmi dell’Immacolata Concezione e dell’Assunzione sta lì a dimostrarlo.
In conclusione, la Chiesa nella sua lunga storia ha sempre visto in Maria colei che essendo madre del Figlio di Dio incarnato ha un legame così stretto con il Salvatore che nessuno potrai mai riprodurre. Maria, proprio perché è colei che ha un legame speciale con Gesù e che nessuno potrai mai riprodurre (mai nessuno come Maria, mai nessuno potrà riprodurre il legame tra la madre del Salvatore e il Salvatore) a lei si rivolge: contemplando in lei la creatura in cui abita al livello massimo concepibile la grazia e la salvezza di Cristo.