L’Università deve mettere al centro la persona
DI ANDREA DRIGANI
Domenica 22 aprile Papa Benedetto XVI, incontrando la comunità accademica di Pavia, ha osservato che ogni Università ha una nativa vocazione comunitaria, è appunto una «universitas» (un insieme) di docenti e di studenti impegnati nella ricerca della verità e nell’acquisizione di superiori competenze culturali e professionali. La centralità della persona umana – ha proseguito il Pontefice – e la dimensione comunitaria sono i due poli essenziali per impostare validamente una «universitas studiorum». Da ciò ne consegue – ha continuato il Papa – che solo ponendo al centro la persona e valorizzando il dialogo e le relazioni interpersonali può essere superata la frammentazione specialistica delle discipline e recuperata la prospettiva unitaria del sapere. Le discipline, infatti, tendono giustamente alla specializzazione, mentre la persona ha bisogno di unità e di sintesi. L’impegno per la ricerca scientifica – ha detto ancora Benedetto XVI – deve poi aprirsi alla domanda sul significato dell’esistenza umana. La ricerca tende alla conoscenza, mentre la persona ha bisogno anche della sapienza, cioè di quella scienza che si esprime nel «saper-vivere». Infine il necessario rilievo che si deve dare alle relazioni tra le persone – ha aggiunto il Papa – fa divenire il rapporto didattico un cammino di maturazione umana. La struttura privilegia la comunicazione, mentre gli esseri umani aspirano alla condivisione.
Nel ricordare Sant’Agostino compatrono, assieme a Santa Caterina d’Alessandria, dell’Ateneo pavese, il Pontefice ha rilevato che egli era un uomo animato da un’instancabile desiderio di trovare la verità, di ricercare cos’è la vita, di sapere come vivere, di conoscere l’uomo. E proprio a causa della sua passione per l’uomo – ha affermato Benedetto XVI- ha necessariamente cercato Dio, perché solo alla luce di Dio la bellezza dell’avventura umana può apparire pienamente. La fede in Cristo non ha posto fine alla sua filosofia, alla sua audacia intellettuale, ma, al contrario lo ha spinto a cercare le profondità dell’essere umano e ad aiutare gli altri ad apprendere l’arte di vivere. La fede, inoltre, ha dato compimento a tutta la ricerca di Agostino – ha concluso il Papa – nel senso che egli è rimasto sempre in cammino, anzi ci dice che anche nell’eternità la nostra ricerca non sarà finita, sarà un’esperienza continua per scoprire nuove grandezze e nuove bellezze.