Ho letto che il Vaticano si appresterebbe a riconoscere la validità delle prime apparizioni della Madonna a Medjugorje. Lo direbbe, pare, la relazione finale della Commissione Internazionale di inchiesta, istituita da Benedetto XVI e presieduta dal cardinale Camillo Ruini. Si tratta però di notizie non confermate, perché la relazione è riservata. Anche perché finché le apparizioni proseguono, credo che per giuste ragioni di prudenza non ci possa essere un riconoscimento canonico ufficiale. Qual è per i cristiani il significato delle apparizioni mariane? Come guardare a questi luoghi, che suscitano devozione in tante persone ma anche dubbi in altre?Lettera firmataRisponde don Francesco Vermigli, docente di Teologia dogmaticaIl lettore nella domanda accenna alle notizie circa le conclusioni a cui sarebbe giunta la Commissione su Medjugorje: di queste conclusioni non confermate non parliamo, proprio perché non possediamo al momento niente di ufficiale. Del resto la stessa lettera ci invita a dare una valutazione più generale sul fenomeno delle apparizioni mariane; non tanto su Medjugorje. Che significato hanno, si chiede il lettore, le apparizioni di Maria lungo la storia della Chiesa? Ci pare che sia necessario collocare la questione sotto un principio chiaramente affermato al Vaticano II: «non è da aspettarsi alcun’altra Rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo» (Dei Verbum, 4). Sono parole che risuonano di una celebre pagina di san Giovanni della Croce: «donandoci il Figlio suo, che è la sua unica e definitiva Parola, Dio ci ha detto tutto in una sola volta e non ha più nulla da rivelare» (Salita al Monte Carmelo, 2,22). Le apparizioni mariane devono dunque essere comprese alla luce del principio per cui tutto quello che Dio ha voluto dire, lo ha rivelato in Gesù, che è la Rivelazione stessa in persona (cf. Ebr 1,2). Da questo principio discendono due conseguenze: 1) che le apparizioni sono rivelazioni private, essendo piuttosto rivolta a tutti gli uomini la sola rivelazione di Gesù; 2) e che ad esse è richiesta la congruenza con la stessa rivelazione di Cristo. Ciò significa che – avendo un carattere privato – le apparizioni non implicano l’assenso di fede che si deve alla rivelazione definitiva di Cristo; mentre la congruenza delle apparizioni con tale rivelazione è il criterio per valutarne la veridicità. In altri termini, le apparizioni mariane nella vita della Chiesa – quando sono autentiche – confermano ciò che è stato rivelato da Cristo; non potendo di per sé aggiungere niente a tale rivelazione. Eppure, proprio per questo esse svolgono un compito a ben vedere importante: esse sono un sostegno, un aiuto, uno sprone nella vita della Chiesa in cammino lungo le strade di Cristo. Rimandando a Cristo e alla sua missione, sono un’indicazione precisa per il fedele. Sono, più in particolare, uno strumento di santificazione della Chiesa stessa. E così proviamo a dire qualcosa anche sull’ultimo passaggio della lettera, che chiede chiarezza sul significato dei luoghi e dei santuari legati alle varie apparizioni mariane. Non v’è dubbio alcuno che quello che è accaduto e accade a Lourdes o a Fatima, ma anche nella stessa Medjugorje sono segni grandi, anzi grandissimi di santificazione della Chiesa. Segni di conversione e di guarigione che non ci pare possano essere considerati marginali anche nel quadro della valutazione delle apparizioni. Perché se è vero, lo ripetiamo, che criterio decisivo è la congruenza con la rivelazione definitiva, il teologo non potrà mai valutare con superficialità i segni meravigliosi che disseminano la storia di quei luoghi e di quei santuari. Tali segni sono per la Chiesa come la conferma dell’autenticità delle apparizioni di Maria.