La sintesi tra fede e cultura
DI ANDREA DRIGANI
Venerdì 15 giugno, Papa Benedetto XVI ha ricevuto, accompagnati dal cardinale Paul Poupard, i partecipanti al Convegno di studio promosso per il 25° anniversario della istituzione del Pontificio Consiglio della Cultura, decisa, appunto, da Giovanni Paolo II il 20 maggio del 1982. Il Concilio Ecumenico Vaticano II prestò grande attenzione alla cultura in special modo nella Costituzione «Gaudium et Spes». I Padri conciliari si preoccuparono di indicare la prospettiva secondo cui la Chiesa considerava ed affrontava la promozione della cultura come uno dei problemi particolarmente urgenti per l’intero genere umano.
Nell’istituire questo nuovo Dicastero – ha detto il Pontefice – il mio predecessore mise in risalto come esso avrebbe dovuto perseguire le proprie finalità dialogando con tutti al fine di ricercare congiuntamente una comunicazione culturale con tutti gli uomini di buona volontà. In questi venticinque anni – ha proseguito il Papa – grazie al formidabile sviluppo dei mezzi di comunicazione ed al conseguente infittirsi della rete delle relazioni sociali è diventato ancor più urgente per la Chiesa promuovere lo sviluppo culturale puntando sulla qualità umana e spirituale dei messaggi e dei contenuti, giacchè anche la cultura oggi risente dei processi di globalizzazione che, se non vengono associati da un vigile discernimento, possono realizzarsi contro l’uomo, finendo per impoverirlo anziché arricchirlo. Benedetto XVI ha poi ricordato che la storia della Chiesa è inseparabilmente storia della cultura e dell’arte. Opere quali la Summa theologiae di San Tommaso d’Aquino, la Divina Commedia, la Cattedrale di Chartres, la Cappella Sistina, costituiscono delle sintesi a modo loro ineguagliabili tra fede cristiana ed espressione umana. Questo incontro tra fede e cultura – ha aggiunto il Pontefice – si realizza quotidianamente nella vita e nel lavoro di tutti i battezzati in quell’opera d’arte nascosta che è la storia d’amore di ciascuno con il Dio vivente e con i fratelli, nella gioia e nella fatica di seguire Gesù Cristo nell’esistenza di tutti i giorni. Oggi più che mai – ha detto ancora Benedetto XVI – la reciproca apertura tra le culture è un terreno privilegiato per il dialogo tra uomini impegnati nella ricerca di un autentico umanesimo, al di la delle divergenze che li separano. Il Cristianesimo ha da offrire a tutti la più potente forza di rinnovamento e di elevazione, cioè l’Amore di Dio che si fa amore umano.