La «Serva del Signore» è una donna di Israele
Ma uno spiraglio di motivazione e comprensione si apre nella constatazione che solo Israele fu custode della fede nel Dio che si è rivelato ai patriarchi di quel popolo ed ha guidata la sua storia con la propria parola che costituiva il basamento dell’alleanza e la peculiarità di fede e di identità di quel popolo. Ascoltando le sue parole, si riscontra non solo l’appartenenza etnica bensì anche una somiglianza tra Maria e Israele: lei si dispone quale serva del Signore come Israele è servo del Dio che lo soccorre. All’interno del popolo Israele, servo del Signore, si aderge una donna, serva del medesimo Signore e di lui essa canta la misericordia di cui ha avvolto Abramo e la sua discendenza per sempre, ovvero tutti i figli di Israele.
Maria come ebrea resta testimone del perdurare incessante di quella misericordia verso il popolo Israele. Madre di Gesù -attraverso lei innestato nelle generazioni dell’umanità non solo ma segnatamente anche nelle generazioni del popolo di Abramo- presente nella sua comunità pasquale e pentecostale, Maria arricchisce la sua identità etnica israelitica mediante l’appartenenza al nuovo popolo di Dio, il popolo cristiano della chiesa.