La salvezza di Dio può giungere anche a chi è fuori dalla Chiesa?
Volevo chiedere se (e quando) è cambiata, nel corso della storia, la dottrina cattolica circa le altre religioni. Un tempo si diceva che «fuori dalla Chiesa non c’è salvezza» e che solo chi seguiva gli insegnamenti di Gesù poteva essere salvato: oggi mi sembra che sia accettata l’idea che anche un non credente o un fedele di altre religioni possa avere l’amore di Dio.
Francesco Tognetti
Direi subito che dall’amore di Dio non è escluso nessuno chiunque esso sia. Sarebbe assurdo che Dio crei un uomo per odiarlo, e mi pare che anche dopo, per tutto il male possa fare, non lo può odiare perché l’odio è contraddittorio all’essere, alla natura e all’essenza di Dio. Non potendo Dio odiare di conseguenza ama tutti. Anzi, a dire di Gesù, Dio ama specialmente i peccatori, gli esclusi, gli abbandonati, i poveri, i malati di qualunque religione possano essere e a qualunque non religione possano appartenere: «il Padre mio fa sorgere il suo sole e fa piovere su buoni e cattivi» (Mt 5,43-48).
Mi pare che questa grande apertura d’amore di Dio sia fonte di speranza e di dignità per ogni uomo. Dicono gli psicologi che perché un bambino senta che è un valore, che è un essere pieno di dignità e validità, è necessario che si senta amato, perché chi ama trasmette all’amato il senso di autostima e forza in quanto è esaltato e valorizzato in se stesso. Gesù guarendo i malati e perdonando i peccatori voleva trasmettere l’amore di Dio che si presenta nel cuore dell’uomo, di Lui bisognoso, e ne sentisse il beneficio. Dunque lasciamo che Dio ami ogni uomo cattivo o buono che sia, come una mamma in genere ama specialmente i figli più disgraziati.
E allora – si chiede il lettore – qualsiasi religione vabbene? Questo è un altro discorso.
Dio, abbiamo detto, ama tutti, come e nel modo che gli pare. Qui il problema è contrario: come risponde l’uomo a questo amore? Qual è la prassi o il comportamento che l’uomo deve avere per ricambiare l’amore di Dio? Le religioni sono i vari modi con i quali gli uomini da sempre hanno ritenuto di comunicare con Dio e nascono proprio in ragione sia di stabilire un legame con Dio e sia di determinare il comportamento da tenere con Dio. Ora di tutte le religioni, per noi cristiani l’unica «autorizzata e autenticata» è quella cristiana in quanto procede da Dio stesso e da Lui viene consegnata agli uomini quale vero culto, che garantisce la prassi per stare con Dio. Infatti Gesù Cristo, in quanto Dio, è il sigillo di garanzia e rivela agli uomini come possono incontrare e vivere di Dio. È chiaro che verrebbe da dire, allora, che le altre religioni sono false, ma non è la giusta conclusione, perché tutte le religioni sono il modo col quale ogni popolo ha cercato lealmente e sinceramente di approcciarsi con Dio. Perciò sebbene non siano la vera religione, tuttavia non sono neppure false. Come dire: il genio per eccellenza è Leonardo, ma Carducci non era uno stupido. Dobbiamo concedere che la vecchietta induista che, con cuore puro e sincero, prega Ganesh il dio elefante, la sua preghiera vale quella del prete, poiché sebbene nella sua ignoranza sbagli l’oggetto, non è però errata la sua intenzione. Io penso che Dio ascolti la vecchietta e il prete perché ama entrambi e entrambi lo pregano con cuore puro.
La religione cristiana, l’unica vera e autentica, indica come Dio ci ha salvati, come si è relazionato a noi, e per contrario rivela quale sia l’unico modo per incontrarlo e venerarlo, e lo dice chiaramente: l’unica prassi della salvezza è l’amore, questa è la vera religione. Chi ama è in Dio, dice Giovanni (1Gv 4,7), e questo atto è garantito dalla croce di Cristo, e non c’è salvezza per tutti coloro che rifiutano questa legge divina, a qualsiasi religione essi appartengono, perché «amare è la chiesa». Dunque è vero quello che dice il lettore: fuori dalla chiesa non c’è salvezza, cioè chi pensa di salvarsi senza amore è fuori dalla chiesa, perché non riconosce che l’unico modo per entrare nella comunione con Dio è l’amore. Dio non rifiuta nessuno e ama tutti, ma coloro che pensano di salvarsi senza amore, rifiutano l’amore di Dio manifestato e garantito dalla croce di Gesù, e questo è stare fuori dalla chiesa, qualunque sia la loro religione, fosse anche il… cristianesimo. La chiesa non va pensata come la massa di regole da eseguire redatte in Vaticano, ma va vista nella risposta all’amore di Dio, Gesù dice che per lui sono madre e padre tutti coloro che fanno la volontà di Dio, che è quella di amare il prossimo come se stessi (Mt 12, 46-50). Questa è la chiesa universale che tutti, credenti e non, possono abitare.
Una volta chiarito questo allora possiamo dire due parole sul cristianesimo. È l’unica religione autentica perché è Dio stesso che ce l’ha offerta. E chi aderisce a Cristo ha il marchio di garanzia di essere nella verità e nella vita, come il tralcio che riprende vita se viene innestato nella vite. E il fedele cristiano può beneficiare di tutti quei meriti e grazie, che Gesù ha acquistato e rivelato, e che offre ai fedeli nei suoi sacramenti. Il cristiano può dunque, rispetto alle altre religioni, vivere fin da questa vita della piena comunione con Dio tramite il corpo e il sangue di Cristo: vi do la mia gioia, la mia pace, la mia amicizia. Questi doni sono l’immediata vita eterna di cui il cristiano può usufruire rispetto a ogni altra religione, perché vive di Cristo e dunque è un privilegiato nella casa e nella chiesa di Dio.
Ma un cristiano che non vive la carità, l’amore, la misericordia… non credo che sia nella chiesa più della vecchietta induista o buddista. Insomma la religione non è questione di parole ma è risposta all’amore di Dio e amore per il prossimo, in primis per i cristiani e poi per gli altri, e chi garantisce questo è il cristianesimo che perciò si rivela quale unica via di salvezza per il genere umano. Dunque fuori da «questa chiesa dell’amore» non c’è salvezza, sia per le altre religioni ma a maggior ragione per il cristianesimo stesso.
Athos Turchi