Mia nonna era molto affezionata alla Novena di Natale, e ci faceva recitare anche in casa delle preghiere prima del 25 dicembre. Vorrei sapere come nasce questa tradizione, e se è cambiato oggi il modo di celebrarlaAnna CastelliniRisponde don Diego Pancaldo, docente di eologia spiritualeLa novena di Natale si celebra dal 16 al 24 dicembre e rappresenta uno dei pii esercizi più cari alla devozione popolare. Essa comprende vari testi che permettono ai fedeli di prepararsi a celebrare la nascita di Gesù. La novena di Natale ha origini molto antiche. Il settenario delle Antifone maggiori o Antifone O che troviamo nell’acclamazione al Vangelo della liturgia eucaristica e nella liturgia delle Ore dal 17 al 23 dicembre viene fatto risalire a papa Gregorio Magno ed è già attestato nel Liber responsalis sive antiphonarius . Sono antifone indirizzate al Signore Gesù, «testi stupendi, ricchi di contenuto biblico e pieni di lirismo. Essi esprimono lo stupore commosso della Chiesa nella contemplazione del mistero della venuta di Cristo, invocato coi titoli presi dalle classiche immagini della Bibbia: Sapienza, Guida della Casa di Israele, Germoglio di Iesse, Chiave di Davide, Astro che sorgi, Re delle genti, Emmanuele. Ogni invocazione, che segue la contemplazione del significato del titolo dato a Cristo venturo, è carica di tutta la speranza cristiana». (A. Bergamini, L’anno liturgico. Cristo festa della Chiesa. Storia, celebrazione, teologia, spiritualità, pastorale). Queste antifone, scrive Edith Stein nel piccolo libro «Il mistero del Natale», inneggiano con sempre maggior desiderio, con sempre maggior impazienza il loro Veni ad liberandum nos. Esse esprimono adorazione, ringraziamento, invocazione a Dio che si è reso visibile nella carne umana.In questo clima spirituale nel corso dei secoli questa devozione si è sviluppata. Essa è già attestata nel Concilio di Toledo del 694 e si è rafforzata nei secoli successivi anche grazie alla stupenda testimonianza di santi come Francesco d’Assisi, così profondamenti commossi di fronte al mistero di un Dio che si fa piccolo e indifeso come un bambino. San Paolo della Croce spiega il senso di questa preparazione al Natale in alcune lettere: «praeparate corda vestra Domino (preparate i vostri cuori al Signore), acciò nasca spiritualmente in essi il divin Verbo umanato. Oh! fortunata l’anima che ben purgata da vizi, astratta da ogni cosa creata e in un profondo annichilamento, se ne sta nella santa divina solitudine con profondo raccoglimento interiore, poiché in tal sacro deserto riposa in sinu Patris, e rinasce ogni momento nel divin Verbo a nuova vita di santo amore. Vorrei che in questi giorni massime si innalzasse l’anima alla contemplazione dell’ineffabile mistero dei misteri, dell’Incarnazione del Verbo divino e che si facesse qualche volata di spirito a visitare l’Immacolata Signora… Tutto ciò si deve fare in pura fede, in spirito senza figura, ma tutta immersa in Dio nel quale si comprende tutto. Ivi lasciate che l’anima resti assorta in quell’altissimo stupore e meraviglia amorosa. Vedendo con la fede l’Immenso impiccolito, la Infinita grandezza umiliata per amore dell’uomo» (Lett. II). «Sicché procurino in questi santi giorni d’andar facendo qualche considerazione su d’un tal mistero, perché in cotal guisa s’accenderanno vieppiù nel santo amor di Dio e rinasceranno a una vita tutta santa e deifica, conforme vivamente desidero» (Lett. IV).La forma che è entrata nella tradizione viene fatta risalire a padre Vacchetta, un sacerdote vincenziano che 1720 a Torino nella chiesa dell’Immacolata, ne elaborò una struttura articolata. Fino al Vaticano II la novena veniva recitata in latino. La Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti nel Direttorio su pietà popolare e liturgia (2002) riassume molto bene bene al numero 103 la storia della novena, offrendo opportune indicazioni per celebrarla in questo nostro tempo: «La novena del Natale è sorta per comunicare ai fedeli le ricchezze di una Liturgia alla quale essi non avevano facile accesso. La novena natalizia ha svolto effettivamente una funzione salutare e può continuare ancora a svolgerla. Tuttavia nel nostro tempo, in cui è stata resa più agevole la partecipazione del popolo alle celebrazioni liturgiche, sarà auspicabile che nei giorni 17-23 dicembre sia solennizzata la celebrazione dei Vespri con le “antifone maggiori” e i fedeli siano invitati a parteciparvi. Tale celebrazione, prima o dopo della quale potranno essere valorizzati alcuni elementi cari alla pietà popolare, costituirebbe un’eccellente “novena del Natale” pienamente liturgica e attenta alle esigenze della pietà popolare».