La «Maddalena» del Vangelo è la peccatrice salvata da Gesù?
Maria di Magdala, la «Maddalena», è la peccatrice che Gesù salva dalla lapidazione e che, dopo questo episodio, decide di seguire Gesù? Oppure identificare queste due figure del Vangelo in una sola donna è arbitrario? E chi è invece la «Veronica» che nel Vangelo non c’è ma che viene ricordata nella Via Crucis?
Daniela
Quest’ultima informazione è quella che ha generato nella storia dell’interpretazione dei testi alcune ipotesi di identificazione con altre donne citate nei Vangeli. Il fatto che Maria Maddalena – il nome deriva dalla località di origine presso il lago di Galilea, Magdala – fosse stata liberata dai demoni ha portato ad identificarla con altre famose «peccatrici» dei Vangeli. Una di queste è Maria, sorella di Marta e Lazzaro, che vediamo cospargere di profumo prezioso i piedi Gesù, asciugandoli poi coi suoi capelli (Gv 12,1-8). Ma il Vangelo ci dice chiaramente che Maria è di Betania (11,1) e non di Magdala. Ma l’identificazione è stata ipotizzata a causa di un episodio simile riportato in Mc in cui una donna – questa volta detta «peccatrice» – cosparge di profumo il capo di Gesù scandalizzando i commensali. Il contesto ha qualche aggancio col precedente episodio di Gv 12,1-8, ovvero si svolge a Betania, però da un certo Simone e non da Lazzaro; c’è l’olio profumato, ma versato non sui piedi, bensì sul capo. Quindi l’identificazione è per lo meno azzardata.
L’altra identificazione di Maria Maddalena proposta è quella con l’adultera che rischia la lapidazione e che Gesù «salva» dai suoi accusatori (Gv 8,1-11). Ma qui gli agganci sono quasi inesistenti, se non per il fatto che anch’essa è una peccatrice pubblica (colta in flagrante adulterio).
Nella storia poi, tramite scritti apocrifi, tradizioni e leggende, su Maria Maddalena sono state riversate diverse figure, identificazioni, immagini. Il passo da «liberata da sette demoni» a peccatrice e verosimilmente prostituta, e perfino amante di Gesù è stato facile, ma decisamente improprio. Meglio attenersi ai dati evangelici, e soprattutto venerarla per la sua sequela di Gesù, per la sua fedeltà e soprattutto per essere stata la prima testimone della risurrezione del Maestro.
Sulla figura della Veronica, invece, e sul suo gesto durante la Via Crucis di Gesù, i dati evangelici sono inesistenti. In questo caso si sono congiunte due tradizioni simili e correlate, abbastanza antiche, ma che non hanno riscontri nei Vangeli. La prima è l’identificazione in un apocrifo della donna emoroissa guarita da Gesù con una certa Berenice, la quale avrebbe fatto un ritratto fedelissimo di Gesù. L’altra tradizione invece dipende da una famosissima reliquia, il mandylion, ovvero un velo che ritraeva una immagine miracolosa di Gesù sofferente, immagine non dipinta da mani umane. A questa reliquia sono state associate diverse tradizioni per spiegarne l’origine, una di queste è la famosa scena di Veronica (vera icona) che asciuga il volto di Cristo sulla via del Golgota.
Filippo Belli