Il Signore guarda l’umiltà
Maria non si rannicchia in siffatte disquisizioni. Le parole registrate dall’evangelista letteralmente affermano che lei possiede umiltà. Realisticamente si avvede di essere dotata di umiltà: dotata equivale ad avere ricevuto un dono, il dono dell’umiltà. In questa direzione l’umiltà non è umiliante né umiliazione, cioè autolesionista, immotivatamente denigratoria, piagnucolosa insincerità.
L’umiltà autentica è veracità che si compone di un no: non presunzione né superbia né sopravvalutazione; e si compone di un sì: veracità nella propria personalità e realistica disponibilità al progetto vocazionale su di sé, piccolezza e sottomissione ad una grandezza come quella di Dio in persona. L’umiltà-verità di Maria la induce ad esultare perchè l’Onnipotente ha compiuto grandi cose nell’umile sua serva. Il volgere lo sguardo, l’interessarsi personalmente di Dio a Maria umile serva scolpisce con un unico tocco di verità la sua personalità complessiva: in Maria umiltà guardata da Dio è verginità, maternità, beatitudine per la fede, obbedienza alla parola.