Festa della «Divina Misericordia»: perché è ancora poco conosciuta?
Da alcuni anni sono molto devota della Divina Misericordia, scoperta con la lettura dell’ormai famoso Diario di Santa Faustina, umile suora polacca che nostro Signore ha voluto scegliere come apostola della Sua Misericordia. Qui in Toscana non si conosce molto questa spiritualità. La domanda che vorrei sottoporvi è la seguente: come mai, nonostante Papa Giovanni Paolo II abbia istituito con Decreto la Festa della Divina Misericordia da celebrarsi in ogni chiesa la seconda Domenica di Pasqua, questa festa rimane dimenticata in moltissime chiese? Non riesco a spiegarmi questa cosa dal momento che c’è addirittura un documento del Santo Padre che lo stabilisce. Ho parlato con alcuni sacerdoti che addirittura non ne sono a conoscenza e che non hanno saputo darmi risposte. Vi sarei grata se voleste darmi qualche informazione in proposito, tenendo conto che tutta questa mia premura è dettata unicamente dalla fiducia e dalla speranza che ripongo in questa devozione.
La «Domenica II di Pasqua o della divina misericordia», come viene chiamata oggi a seguito della Notificazione della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del 5 maggio 2000, «costituisce l’alveo naturale in cui esprimere la misericordia del Redentore dell’uomo» (Direttorio su pietà popolare e liturgia, 154). La stessa orazione – colletta della messa della II Domenica di Pasqua si rivolge al Padre invocandolo «Dio di eterna misericordia». Nella sua Lettera enciclica Dives in misericordia (n. 8) Giovanni Paolo II afferma che «il Cristo pasquale è l’incarnazione definitiva della misericordia, il suo segno vivente».
La festa della Divina Misericordia si inserisce dunque nella celebrazione della Domenica che secondo il Calendario Liturgico della Chiesa conclude l’Ottava di Pasqua, fin dall’antichità detta Domenica in albis per il fatto che coloro che venivano battezzati nella solenne Veglia Pasquale deponevano, in quel giorno, le loro vesti candide. Perciò ancora la Congregazione per Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti nel 2002 invita ad educare i fedeli «a comprendere la devozione alla luce delle celebrazioni liturgiche dei giorni di Pasqua» (Direttorio su pietà popolare e liturgia, 154).
È giusto dunque celebrare in quel giorno la devozione alla misericordia divina, purché sia fatto in relazione alla centralità della Pasqua nell’anno liturgico e nella vita della Chiesa, e come manifestazione dell’efficacia del mistero pasquale di Cristo morto e risorto, fonte dello Spirito che perdona il peccato e restituisce la gioia di essere salvati.