Dalla pluralità dei popoli può nascere l’unità
DI ANDREA DRIGANI
Giovedì 18 settembre Papa Benedetto XVI ha ricevuto, per la presentazione delle lettere credenziali, Jasna Krivoîc-Prpic, nuovo Ambasciatore di Bosnia ed Erzegovina presso la Santa Sede.
Il vostro Paese – ha esordito il Pontefice – sebbene piccolo come estensione è benedetto da una grande bellezza naturale, la Bosnia ed Erzegovina contiene, poi, anche una ricca mescolanza di culture e preziosi patrimoni. Tragicamente – ha osservato il Papa – queste differenze culturali ed etniche attraverso i tempi sono state, non di rado, una fonte di incomprensioni e di frizioni fino ad originare conflitti e guerre. Nessuna persona desidera la guerra; nessun genitore vuole un conflitto per i propri figli; nessun gruppo civile o religioso dovrebbe mai ricorrere alla violenza o all’oppressione. Ascoltando la voce della ragione – ha continuato Benedetto XVI – e animati dalla speranza che tutti desideriamo per noi stessi e per le generazioni che verranno, ogni individuo può trovare la forza per superare le divisioni del passato e forgiare davvero le spade in vomeri e le lance in falci (Isaia 2,4).
A tale riguardo – ha detto ancora il Pontefice – desidero dare atto ai progressi che vengono fatti per consolidare gesti di riconciliazione e per incoraggiare, a tal fine, la comunità internazionale a proseguire i suoi sforzi a sostegno della Bosnia ed Erzegovina. Confido che – ha aggiunto il Papa – imparando dalle severe lezioni degli anni recenti, verrà trovata l’energia per costruire un futuro con un forte senso di solidarietà. Da parte sua – ha affermato Benedetto XVI – la Chiesa in Bosnia ed Erzegovina continuerà a favorire il raggiungimento degli obbiettivi di pace e prosperità. Attraverso le sue parrocchie, scuole e strutture sanitarie, essa esercita la sua missione universale di carità in una triplice forma : materiale, intellettuale e spirituale. La sua partecipazione al dialogo ecumenico ed interreligioso dovrebbe essere vista come un’ulteriore servizio verso tutti.
La promozione dei valori morali, che derivano dalla ragione umana, non solo è parte della trasmissione delle tradizioni religiose – ha concluso - ma nutre anche la più ampia cultura, motivando gli uomini e le donne di buona volontà a rafforzare tra di loro i legami e a dimostrare come una società unita possa in realtà sorgere da una pluralità di popoli.