Come si riconosce la presenza del diavolo?
Riconoscere questo non significa negare l’esistenza del «Falsario» e del suo potere, ma agire con quella necessaria prudenza e rigoroso discernimento che solo la Chiesa, grazie alla preghiera, è in grado di esercitare. Gabriele Amorth, che come si sa non è affatto indulgente coi pastori e i teologi che a suo dire non credono nel diavolo, scrive saggiamente: «In caso di malattie e in particolare di mali psichici, il ricorso ai medici rappresenta la generalità, la prima cosa da farsi; il ricorso all’esorcista è l’eccezione, a cui ci si rivolge solo in presenza di sintomi del tutto particolari. Il mio rammarico è lo scarso ricorso agli psichiatri o il ricorso troppo tardivo ad essi».
In questa direzione si muovono anche importanti documenti ecclesiali, come il Catechismo della Chiesa Cattolica (n.1673), e l’importante nota pastorale dei vescovi toscani: «A proposito di Magia e Demonologia». Quest’ultimo documento, in particolare, dopo aver ben distinto i vari gradi di intervento demoniaco, al n. 16 recita: «Compito fondamentale della Chiesa è di discernere la realtà dell’azione di satana da fenomeni di altro genere e riconoscere volta per volta i casi che rientrano in essa. Può infatti accadere, specie in un ambiente così fortemente caratterizzato dal prevalere di forme di pensiero magico, occultista e superstizioso, che una persona afflitta da psicopatologie più o meno gravi ritenga di essere vittima di influssi o addirittura di possessione satanica, senza che ve ne sia un reale motivo, ma solo per un fenomeno di suggestione».
Il Rituale degli esorcismi invita i pastori alla massima prudenza nel distinguere «rettamente i casi di assalti diabolici da una certa credulità per cui anche dei fedeli ritengono di essere oggetto di maleficio, di mala sorte o di maledizione, che sarebbero inferte da altri sopra di loro». Credo che una risposta secondo verità e prudenza all’accorato richiamo del nostro lettore, possa trovarsi efficacemente in queste parole.
E Pisa si scoprì capitale dell’occulto
A proposito di magia e demonologia (Nota pastorale 1° giugno 1994)