Come facciamo a sapere se i vangelidicono la verità sulla vita di Gesù?
Una lettrice chiede: come facciamo a sapere se i vangeli ci dicono il vero sulla vita di Gesù? La risposta del biblista
Come facciamo a sapere se i vangeli ci dicono il vero sulla vita di Gesù?
Fiammetta Fiori
Risponde don Francesco Carensi, docente di Sacra Scrittura
L’antica tradizione cristiana ha attribuito la composizione dei vangeli ad apostoli e testimoni (Matteo e Giovanni) o a discepoli di apostoli (Marco e Luca). Alla fine del XVII sec sotto l’influenza dell’illuminismo e razionalismo, i vangeli sono stato considerati non solo libri ispirati ma anche documenti storici dell’antichità, libri da analizzare e studiare come tutte le altre opere letterarie.
Da questo studio sono emerse cose molto importanti:
1) i vangeli sono il risultato di un lungo processo letterario durato un quarantennio;
2) gli evangelisti hanno lavorato su tradizione orali e scritte preesistenti;
3) gli evangelisti hanno messo insieme secondo un loro piano redazionale materiale preesistente come ci dice Luca nel prologo della sua opera: «Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto».
I vangeli non sono un manuale di storia (non sono narrate tutte le cose compiute da Gesù) ma una raccolta di detti e fatti di Gesù messi per iscritto per suscitare o rafforzare la fede della comunità cristiana.
Ne segue che non si devono leggere i vangeli come se fossero descrizioni esatte e dettagliate di quanto narrato. Certamente sono fedeli al Gesù della storia. Ma il testo che abbiamo non permette più una conoscenza oggettiva, del fatto. Gli eventi narrati si basano su eventi reali vissuti da Gesù, ma sono completati alla luce della fede pasquale.
L’originalità di questi scritti sono un annuncio rivolto alle comunità cristiane per nutrire la loro fede.
Nel mondo moderno parliamo di verità storica dei fatti quando si narra un fatto in maniera più oggettiva possibile. Per lo storico del mondo antico la verità storica dipende dal comunicare il senso, il significato di quanto narrato. Per questo sceglie, tralascia, sottolinea, esagera, aggiunge dettagli per dare maggiore rilievo al significato dei fatti che racconta.
Molte volte si fa sui vangeli questa domanda: ciò che è raccontato nei vangeli è successo come è narrato? La domanda è sbagliata o non completa. L’evangelista non voleva negare la verità storica ma a partire sicuramente dalla storia senza negarla, narrare un evento per arricchire la fede dei credenti e la vita del cristiano sulla persona di Gesù.
Si può concludere dicendo che la verità della Bibbia e dunque dei vangeli non è una verità storica nel senso positivistico. Ma una verità di ordine salvifico (ciò che fu scritto, fu scritto per la nostra salvezza) che parte da fondamenti storici ma per dare un messaggio di fede ai destinatari di ogni tempo.