Un laboratorio per l’impegno sociale

Caro Direttore,per la vostra sensibilità ai problemi sociali e per l’ansia di scuotere i cattolici dal torpore in cui giacciono, >Toscanaoggi, sul n. 39, ha dedicato un’intera pagina al «Compendio della Dottrina sociale della Chiesa», presentato dal cardinal Martino, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, e per provvidenziale coincidenza agli ottant’anni della Madonnina del Grappa ed alle iniziative per ricordare Giorgio La Pira nell’anniversario della sua morte. Il «Compendio» è un ponderoso volume di cinquecentocinque pagine, al quale è auspicabile che segua una sintesi di facile lettura e che ogni cittadino, con licenza elementare o con laurea, possa capire, così come era facile capire, per ogni ebreo, quanto predicava al popolo Gesù, che ben si guardava dal filosofeggiare dei farisei. Tra i commenti al «Compendio» spicca quello del presidente nazionale Mcl – il concittadino Carlo Costalli – il quale afferma, fra l’altro, che, su alcuni temi sociali fondamentali, «le organizzazioni cattoliche debbono essere unite e non possono esserci deroghe o distrazioni». Parole sante che, tuttavia, corrono il rischio di disperdersi al vento delle disquisizioni, se non si passa all’azione.

Dare vita ad un comitato – o ad una conferenza permanente regionale – dotato di precisa struttura e da cui scaturisca un programma che coinvolga i movimenti e le associazioni cattoliche della Toscana?

Se è vero che alla Messa domenicale ci ritroviamo in fila per la comunione tutti uniti – aclisti, Mcl, maestri cattolici, coltivatori diretti, artigiani ed altri cristiani – è altrettanto vero che, usciti di chiesa, ciascuno va a coltivare il suo orticello, ben recintato.Dal settimanale potrebbe partire l’iniziativa affinché quanto auspicato nel «Compendio» non resti di fatto lettera morta. Sarebbe il primo laboratorio in Italia.Cesare MatteiniFirenze Fino a non molto tempo fa chi, ispirandosi alla visione cristiana, si impegnava nel sociale o in politica, aveva alle spalle – e tu lo sai bene per esperienza diretta, caro Matteini – un retroterra culturale, da cui del resto spesso proveniva, ricco di fermenti, di idee e di iniziative. Oggi questo retroterra si è notevolmente ridotto e il nostro mondo non è più capace di «produrre pensiero forte» in un tempo in cui le sfide sono prevalentemente culturali, investono cioè la stessa visione dell’uomo e del mondo. L’azione politica si è così impoverita e i cristiani, in qualunque schieramento militino, non riescono ad essere propositivi e questo mentre il Magistero sociale della Chiesa è particolarmente ricco di orientamenti e di indicazioni. In questo scenario la pubblicazione del «Compendio della dottrina sociale cristiana» può essere occasione perché i cattolici si riapproprino di un loro patrimonio, lo conoscano, lo studino, diventi per loro metro di giudizio e di valutazione. Ed anche possibilità di confronto: infatti al di là delle diverse opzioni, possibili e lecite, c’è un fondo comune su cui urge ritrovarsi. Non credo però che per far questo si debba dar vita «ad un comitato o ad una conferenza permanente regionale»: serve invece che le associazioni che hanno come ragion d’essere l’animazione nel sociale – penso soprattutto alle Acli e all’Mcl – se ne facciano carico, valorizzando il loro specifico e superando un certo genericismo che caratterizza del resto quasi tutte le aggregazioni laicali.Inoltre in Toscana, dove tra l’altro è presente una Consulta regionale delle aggregazioni laicali, proprio per «far rinascere tra i cattolici un interesse vivo e una formazione costante all’impegno socio-politico» è sorto fin dall’aprile 2001 il Collegamento sociale cristiano – promosso e animato da mons. Gastone Simoni, vescovo delegato Cet per la pastorale sociale – che si propone di coordinare le varie iniziative e stimolare a questo impegno che parte appunto dalla conoscenza e valorizzazione della Dottrina sociale cristiana.Tutto quello che la Chiesa ha da dire sull’uomo