Un appello per salvare una libreria

Gentile direttore, sono un non vedente che settimanalmente segue il giornale da lei diretto attraverso la lettura di un mio caro amico. Le scrivo per farle sapere che il 31 dicembre prossimo verrà chiusa la Libreria Salesiana della Elle Di Ci di Via Gioberti a Firenze. Quando ho appreso questa notizia sono rimasto stupito e deluso perché, in questo modo, viene a mancare un polo culturale e religioso molto importante per la zona di Firenze Sud. Questa libreria è gestita da persone molto accoglienti e disponibili che, con questa chiusura, perderanno il lavoro, in particolare penso ad Angelo Rizzone che ci lavora da trent’anni. Con questa chiusura, per acquistare un libro religioso occorrerà andare in centro, per me molto complicato e penso anche per tutte le persone che hanno difficoltà di spostamento. Scrivo a lei perché informi i parroci, i catechisti, gli insegnanti e tutti i suoi lettori perché tutti insieme si faccia pressione presso la casa editrice salesiana Elle Di Ci perché non chiuda la libreria. In questo momento di oscurità sociale, politica ed economica non va spento quel faro spirituale che è l’antica libreria dei Salesiani in via Gioberti. La ringrazio per quello che potrà fare per questa causa e le invio i più cordiali auguri di Buon Natale e felice anno nuovo.

Andrea ZamperoniFirenze

Carissimo Andrea, grazie per gli auguri, che contraccambio con piacere, e grazie per questa lettera che pubblico volentieri nella parte regionale del giornale pur riguardando nello specifico un fatto locale: la Libreria Salesiana di Firenze. Ma quando si parla di possibile chiusura di una libreria si parla di un problema generale che riguarda tante località e tante realtà, non solo quelle cattoliche. La ringrazio anche (e vorrei dire soprattutto) per essere un lettore fedele tramite il «caro amico» di cui parla in questa lettera che (lo dico per gli altri lettori) ci è arrivata trascritta, ma anche nella versione braille. Della Libreria Salesiana di Firenze ci occupiamo anche nelle pagine diocesane. Qui mi interessa farle sapere che raccogliamo e rilanciamo il suo appello. Purtroppo stiamo tutti perdendo l’abitudine alla lettura e può apparire persino sorprendente che a ricordarcelo sia un non vedente. I libri, come i giornali cartacei, non attraversano un gran momento. Lo dimostrano proprio le chiusure delle edicole e delle librerie. E non è per niente un bel segno, anche perché la minore diffusione del cartaceo non è compensata da una maggiore lettura on line (tramite computer e dispositivi mobili come smartphone, tablet, ecc.). Ad esempio, la diffusione dei cosiddetti «ebook» (il libro elettronico) resta molto limitata. Stenta anche la lettura dei giornali on line. Funziona solo l’informazione esplicitamente concepita per la rete, ma in questo caso da leggere, nel senso tradizionale del termine, c’è sempre meno.

Andrea Fagioli