Un appello a sostegno dei settimanali cattolici
Caro direttore, ho letto su «Avvenire» di una lettera dei vescovi del Triveneto per sostenere i settimanali diocesani. Mi sembra una bella iniziativa che incoraggia anche il nostro lavoro. Da molti anni, infatti, sono una cosiddetta «incaricata parrocchiale», cioè seguo gli abbonati della mia parrocchia al nostro settimanale, che qui a Prato chiamiamo da sempre «La Voce». A volte si dura fatica a convincere le persone a rinnovare l’abbonamento, ma io ce la metto tutta. Anche il nostro vescovo ci incoraggia molto. Speriamo che le persone quest’anno ci diano più retta.
Gentile signora, conosco benissimo la bella realtà pratese degli incaricati e delle incaricate parrocchiali. Come anche lei sa, perché ci siamo visti di recente, partecipo a tutti gli incontri che come promotori fate con il vostro vescovo Franco Agostinelli e che in passato avete fatto con i suoi due predecessori. So anche del vostro legame con «La Voce», che adesso è una cosiddeta edizione di «Toscana Oggi» (sono infatti 16 in tutta la regione le nostre edizioni diocesane: lo dico per i pochi che non lo sapessero).
Il vostro lavoro è davvero prezioso e diventa sempre più importante, soprattutto in momenti di crisi come questo. E non mi riferisco solo alle questioni economiche. Per cui ben vengano parole come quelle dei vescovi del Triveneto «che danno ragione della speranza». L’invito a promuovere la diffusione ed in particolare a sostenere con nuovi abbonati «i mass media di ispirazione cristiana, in particolare i settimanali delle nostre diocesi», è fondamentale.
«Avvertiamo l‘esigenza – affermano i vescovi in quella lettera – che i mass media di ispirazione cristiana, in particolare i settimanali delle nostre diocesi, siano più letti e diffusi. In essi, infatti, ravvisiamo la presenza delle idee, dei fatti e delle testimonianze che incorporano la logica del buon samaritano. Cioè le parole che danno ragione della speranza che è in noi e che si fonda sulla Buona Novella di Gesù Cristo». «In questa stagione di crisi – si legge ancora nel messaggio – ci pare opportuno sottolineare con forza che ci sono anche delle ragioni di speranza e che le nostre Chiese possono impegnarsi a fondo in questa direzione. La crisi si affronta e si può governare se sapremo maggiormente mettere in campo impegno e solidarietà. Cioè se nel lavoro, nella politica, nell‘economia, nella cultura e nella famiglia diventerà prevalente la logica dell’io mi prendo cura di te. Ovvero la logica del buon samaritano: quella logica che, nella parabola, Gesù indica come bussola e criterio di orientamento di un retto ed efficace agire». Da queste considerazioni nasce il «pressante suggerimento» a «prendere in seria considerazione l’opportunità di abbonarsi al settimanale diocesano» e a tutte le realtà ecclesiali di caldeggiarne la promozione e il sostegno.
A questo proposito, cito un’altra iniziativa. Questa volta della vicina Umbria dove il direttore del settimanale diocesano locale (anche in questo caso «La Voce»), don Elio Bromuri, scrive ai propri lettori, in particolare a coloro «che non sono gravemente toccati dalla crisi e hanno risorse che potrebbero andare incontro, e in qualche modo sostenere, il nostro impegno a conservare l’abbonamento a persone che altrimenti sarebbero destinate a perderlo». In poche parole suggerisce un’iniziativa di solidarietà come quella che noi abbiamo chiamato «adotta un lettore» e che riproporremo all’inizio del 2015 nel caso ci fossero persone costrette a disdire l’abbonamento per motivi economici.
Come vede, gentile signora, c’è molta condivisione, anche a livello di idee, tra i settimanali cattolici italiani. Ma al tempo stesso c’è anche molta preoccupazione per una situazione non certo facile che riguarda anche la nostra stampa. Per questo rivolgo un appello ai lettori a rinnovare l’abbonamento e ringrazio sentitamente persone come lei, lettrice e promotrice, per il suo volontariato culturale che vale quanto qualsiasi altra forma di volontariato, se non di più.
Andrea Fagioli
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