Un altro segno del degrado: le bestemmie nei cori dei tifosi
Vorrei un aiuto per capire il senso di un fatto capitatomi di recente. Vado allo stadio Artemio Franchi di Firenze per assistere alla partita Fiorentina Torino: come sempre, allegria, confusione, cori provenienti dalla Curva Fiesole. Cori? Sì, con parole non perfettamente comprensibili dalla mia posizione di Maratona, ma che mi sembrano proprio contenere nel ritornello una bestemmia alla Madonna. Mi informo da una persona rispettabile e attendibile di mia conoscenza, abbonata nella Curva Fiesole, ed essa mi conferma che ho capito bene e che sono numerosi i cori contenenti bestemmie. «Ma come – mi meraviglio – nessuno si ribella?». «No – mi replica – se uno non è d’accordo non canta». Realizzo così che i tifosi dissenzienti degli altri settori si ribellano solo ai cori contrari ai Della Valle. Il fatto che passi come normale l’offesa, da parte di gruppi organizzati, ai sentimenti dei credenti senza che nessuno (società, stampa, istituzioni) avverta disagio e riprovazione, attesta il livello di degrado cui siamo arrivati. L’episodio di inciviltà razzista accaduto a Roma ha certamente più visibilità dal punto di vista delle implicazioni emotive e politiche, come i «buu» verso alcuni giocatori di colore, non sono altro che la conferma della diffusa degenerazione di un settore, quello pseudo sportivo, che inevitabilmente riflette una profonda divisione che si sta provocando nella società. La denuncia pubblica non credo che servirebbe a rimuovere il fenomeno, ma il silenzio assoluto potrebbe rappresentare una colpevole acquiescenza; io penso che una iniziativa, senza presumere effetti immediati e clamorosi, potrebbe essere quella di contattare i responsabili dei gruppi che organizzano le tifoserie delle curve, da parte di rappresentanti autorevoli della comunità cristiana per aiutarli ad una riflessione circa le implicazioni morali ed etiche che tali comportamenti conseguono ben oltre gli effetti immediati.
Renato Masetti
La ringrazio, caro Masetti, per il suggerimento finale che ci auguriamo venga raccolto. Per il resto, c’è da registrare che appena qualche settimana fa un altro lettore si lamentava di questa pessima abitudine alla bestemmia, un fenomeno sempre più diffuso che denota, come si diceva in quella circostanza, vuoto di valori, ignoranza e maleducazione. Nel caso qui narrato c’è pure l’aggravante della bestemmia premeditata, pensata apposta per un coro blasfemo. Questo è preoccupante, al pari del fatto che nessuno, di fronte a certi episodi, «avverta disagio e riprovazione». Per cui condivido con lei che il livello di degrado a cui siamo arrivati è davvero alto, anche perché la violenza verbale nasconde spesso uno stato di tensione che può esplodere e trasformarsi in violenza materiale. Gli esempi purtroppo non mancano, dentro e fuori gli stadi. Dispiace che intorno allo sport si diffondano fenomeni simili, anziché momenti di aggregazione e di sano divertimento.
Andrea Fagioli