Ucraina, la guerra alle porte di casa

Carissimo direttore, si voleva fare la guerra per l’Ucraina, per espandere la Nato. Siamo impazziti! Mettere le basi Nato ai confini della Russia. Come se la Russia volesse mettere basi missilistiche a Cuba o in altri paesi dell’America Latina. Il dna della Nato è portatore di guerra di sopraffazione e di morte. I bombardamenti con i droni fanno aumentare la resistenza contro il nemico, che usa l’arma del bombardamento, che uccide migliaia di vittime innocenti, anche molti fedeli di Maometto. Questi ci odiano perché sono uccisi da aerei che vengono da nazioni cristiane. Sono stato in molti paesi arabi e rispettavano i cristiani e per loro dialogare con persone che avevano la fede cristiana era un onore. Ora tutto è finito. Noi cristiani, dobbiamo dire che siamo contro i bombardamenti e per il dialogo. Bisogna mettere in galera chi vende armi. L’Europa deve essere indipendente sia dalla Russia che dagli Stati Uniti. L’Europa portatrice di pace come predica l’art. 11 della nostra sacra Costituzione scritta da veri uomini di fede cristiana.

Roberto Lombardoindirizzo email

Non c’è dubbio, caro Roberto, che i cristiani debbano essere contro i bombardamenti e per il dialogo. Papa Francesco, anche domenica scorsa, ha chiesto per l’Ucraina «una pace duratura», pregando «affinché, nella logica dell’incontro, il dialogo iniziato possa proseguire e portare il frutto sperato». Certo è che la situazione è molto complessa. Ad esempio non sappiamo quale sia il reale controllo da parte del presidente ucraino Poroshenko da un lato e del presidente russo Putin dall’altro delle persone che sono sul terreno.

Mentre i leader della Nato hanno deciso di «invertire l’andamento di riduzione dei bilanci per la difesa» e di portarli al livello del 2% del Pil entro 10 anni. Inoltre hanno dato il via alle nuove basi Nato a ridosso della Federazione russa che sono realmente un azzardo. Non ci dimentichiamo che la Russia è la seconda potenza nucleare del mondo. Sembra impossibile, ma dopo 25 anni dal crollo dell’Unione Sovietica e la fine dell’ordine mondiale bipolare, non si è trovato un nuovo equlibrio. Questo spiega anche la denuncia del Papa quando ha parlato di una specie di terza guerra mondiale in atto.

Pur non essendoci un filo conduttore unitario, sono infatti talmente tanti i focolai di crisi che ben poca parte del mondo è in questo momento realmente in pace. Con il rischio che ci si abitui alle guerre al punto di non accorgersi che quella dell’Ucraina ce l’abbiamo alle porte di casa, in piena Europa. Ma non solo, le guerre, grazie soprattutto ai droni citati nella lettera, rischiano di diventare sempre più simili a un videogioco: l’Afghanistan si bomborda schiacciando un pulsante a Las Vegas. L’unica differenza è che i morti sono veri e spesso sono civili.

Andrea Fagioli