Togliamo i punti… a chi fa le leggi
Concludo riprendendo una riflessione di un lettore, già pubblicata sulla rubrica «lettere» di un primario organo di stampa nazionale, sul fenomeno dei fari accesi (di giorno): se il costo di tale operazione è pari al consumo di 0,25 litri di carburante ogni 100 chilometri, proviamo a fare il calcolo dell’ammontare del «regalo» che il nostro attuale Governo ha fatto alle compagnie petrolifere (italiane e non), senza aumentare il costo del carburante in regime di libero mercato, e valutiamo se esso è casuale o «dovutamente» voluto in omaggio ai nostri amici di oltreoceano?
Nel periodo estivo dal 30 giugno al 28 agosto gli incidenti stradali sono scesi da 34.490 del 2002 a 26.656 di quest’anno. Ma quello che più conta è la diminuzione dei morti (da 904 a 698 con un «risparmio di vite umane» di 206 unità) e dei feriti (- 35,98%). È difficile negare che possa essere effetto dell’introduzione della patente a punti che, nonostante la testimonianza del nostro lettore, sembra comunque aver indotto a comportamenti più virtuosi, soprattutto ad indossare il casco, se motociclisti, e ad allacciare le cinture di sicurezza, come testimonia anche la netta diminuzione di contravvenzioni (da 58.402 a 32.518 per il casco e da 89.256 a 51.608 per le cinture). Auguriamoci che non sia solo un effetto momentaneo e che tra qualche mese non si torni a piangere un numero crescente di morti e feriti. Ma quello che è sicuro è che non basta. Come scrivevamo sul n. 28 del 20 luglio, la strada per la sicurezza stradale è ancora lunga.: «Invece di andare avanti a colpi di decreto e di annunci sensazionali ci si sieda finalmente attorno ad un tavolo, tutti insieme: ministero dei trasporti, forze dell’ordine, Anas, autostrade, Aci, associazioni dei consumatori, rappresentanti degli enti locali, case costruttrici di veicoli. Solo da un patto forte tra tutti questi soggetti può nascere qualcosa di duraturo».