Teatro dello spirito, la proposta di un centro studi a San Miniato

Caro direttore, vorrei rilanciare l’appello presentato pubblicamente giovedì 18 luglio alla conferenza stampa per la presentazione della sessantasettesima edizione del Festival del teatro a San Miniato. Appello che ho rivolto direttamente anche al sindaco della città, al presidente della Fondazione Istituto del dramma popolare, al vescovo di San Miniato, al nuovo direttore artistico della Festa del teatro, ma anche al Governatore della Regione Toscana, all’Assessore regionale alla Cultura e al presidente della Provincia di Pisa.

Dopo 67 anni di lavoro tenace, di sacrificio di tanti, che si sono adoperati affinché la manifestazione arrivasse fino ad oggi, esorto tutti loro affinché nasca un Centro internazionale di studi sul teatro spirituale, avendo a disposizione un archivio unico del suo genere nel mondo. Il Seminario vescovile sarebbe il luogo per il futuro Centro studi internazionale sul Teatro dello spirito. Occorre fare squadra tra responsabili pubblici e privati, ispirandosi a quello che è stato realizzato al Festival di Spoleto, in una felice sinergia tra il Comune e la Provincia, la Regione Umbria e il produttore di olio Monini. Oggi Spoleto ha questo archivio digitale sempre aperto e visitato da oltre 100 mila appassionati ogni anno. San Miniato non deve perdere questa unica, irripetibile occasione culturale, ma anche economica per tutto il territorio.

Paolo Coccheriex teatrante, assistente di Orazio Costa

Rilancio volentieri l’appello dell’amico Paolo Coccheri, che è, va detto, un grande del teatro italiano. Lui, per modestia, si definisce ex teatrante, assistente di Orazio Costa. In realtà, Coccheri di Orazio Costa è l’erede diretto anche se poi le sue scelte di vita lo hanno portato a frequentare molto meno i palcoscenici e molto più le stazioni ferroviarie e i luoghi degradati per dare assistenza, con le sue Ronde della carità, a tanti senza fissa dimora. Ma l’amore per il teatro, in particolare per quello cosiddetto «dello spirito», è rimasto intatto e tutti gli anni Paolo non manca all’appuntamento con la Festa del teatro promossa dall’Istituo del Dramma popolare e ospitata nella storica piazza del Duomo di San Miniato, in provincia di Pisa.

Iniziativa unica nel suo genere, la Festa del teatro propone ogni anno, dal 1947, un testo non rappresentato in Italia che abbia una tematica legata allo spirito, non necessariamente religiosa in senso stretto, che si ponga «il problema della ricerca del senso e del significato della vita, anche in maniera conflittuale e non risolta», e che aneli «ad una risposta più alta, diversa da quello che il quotidiano può offrire, in un rapporto dialettico ed entusiasmante con l’alterità, vista non come limite, a volte opprimente, dell’uomo, ma al contrario come possibilità di risposta alle domande fondamentali dell’esistenza umana». Fatto sta che a San Miniato sono stati portati i principali autori del Teatro dello spirito (da Eliot a Bernanos, da Fabbri a Luzi, ma anche Strindberg o Sartre) diretti dai più grandi registi (dallo stesso Costa a Strehler a Squarzina fino a Guicciardini che ha diretto l’ultima edizione di cui si parla a pagina 19). La proposta di Coccheri è quindi da prendere in seria considerazione.

Andrea Fagioli