Sulle politiche familiari Italia in coda alla Francia

Gentile direttore, avendo una sorella che vive da molti anni in Francia (a Tolosa sposata con un francese e con 4 figli), ho girato la lettera di Valentina (Valentina Ranalli, «I nostri non sono Paesi per bambini», numero 32 del 16 settembre, ndr) sul suo faticoso viaggio parigino, per sentire la sua opinione. Negli anni ’90, sia io che lei con 3 figli e impieghi paragonabili, confrontavamo esterefatti le agevolazioni fiscali nelle nostre buste paga. Io con 17mila lire di assegni familiari, lei con tutto lo stipendio lordo in busta. Condividendo il suo commento, che il ritorno alle vecchie scale di valori non sarebbe un passo indietro, la faccio partecipe della risposta di mia sorella (qui di seguito, ndr), che purtroppo mi fa dire molto realisticamente (anche io oggi con 4 figli) che siamo molto lontani dal poter dire: «Mal comune mezzo gaudio». Il nostro non è un paese per G…enitori.

Paolo PuglisiSan Giuliano Terme (Pisa)

Alcune considerazioni: Parigi è considerata da tutti i francesi come invivibile e non accogliente per tutti. L’aspetto non «family friendly» sottolineato dalla lettera, mi verrebbe da dire che è relativo principalmente al turismo e mi azzardo, al turismo parigino. Il tutto accentuato anche dal fatto che la differenza dei prezzi dei biglietti di entrata nei musei tra la Francia e l’italia è enorme, e quindi per gli italiani particolarmente «impressionante». Noi al quotidiano troviamo che la Francia fa uno sforzo particolare su tutto quello che riguarda le famiglie: sconto sul prezzo della mensa in funzione del numero dei figli, prezzi ridotti per i trasporti pubblici, borse di studio in funzione del quoziente familiare che è in funzione del reddito e del numero di figli, sovvenzioni per l’affitto per i giovani, allocazioni familiari in funzione del numero di figli e della loro età, allocazioni per il congedo parentale, tasse sul reddito in funzione dei figli… Detto questo, c’è ancora molto da fare anche in Francia. Ma attenzione ai giudizi frettolosi!

Chiara

Egregio direttore, mi riferisco alla lettera e alla sua risposta su «I nostri non sono Paesi per bambini». Per forza! Manca una forza organizzata di nonni: gli «Unni», Unione nazionale nonni italiani, che insegni a vivere a figli e nipoti e sia di sorveglianza nei giardini pubblici.

Uno dei tanti nonni

Ringrazio Paolo e la sorella Chiara per questo simpatico contributo a quattro mani su una questione davvero importante e sulla quale si gioca, ovviamente, il futuro: le politiche per la famiglia, a tutti i livelli, ed in particolare per chi ha figli. E al di là delle vicissitudini parigine di Valentina e della sua numerosa famiglia, dobbiamo confermare, tramite le notizie di Chiara, che la Francia, nonostante tutto, è molto più avanti dell’Italia (o forse è l’Italia che è molto più indietro della Francia). Ho voluto pubblicare anche la brevissima lettera di «Uno dei tanti nonni», arrivata tra l’altro per posta vecchia maniera con tanto di busta e francobollo (ormai arrivano quasi tutte per email), perché nella sua semplice ironia dice una grandissima verità: il ruolo dei nonni, fondamentale e insostituibile, per tantissimi motivi. Grazie nonni!

Andrea Fagioli