Sul voto indicazioni generiche

Caro Direttore,se i Vescovi toscani, parlando sul generico, hanno emanato consigli ed esortazioni affinché i cristiani elettori vadano alle urne con coerenza al proprio credo, noi cristiani comuni, che abbiamo in mano una scheda, si può essere più espliciti e particolareggiati nel dare consigli e, perché no, giudizi al corpo elettorale? Perché con la coalizione con la quale oggi si formano i governi – comunali, provinciali, regionali, nazionali ed europei – occorre essere «guardinghi» nello scegliere il simbolo sul quale porre la fatidica crocetta. Appunto, riferendomi al documento dei Vescovi toscani, non c’è dubbio che quella «crocetta» deve evitare di coinvolgere ideologie che, nonostante l’abbattimento dei muri e la trasformazione di alcune di esse, ancora oggi una parte sbandiera quel simbolo partitico che sembrava… esaurito, ma che ancora vegeta e coinvolge altri partiti (purtroppo anche cattolici) a camminare su quella vecchia strada che ormai non è più… «transitabile»: «piena di erbacce, sassi e rovi», cosicché, come dice il Vangelo, quei chicchi che cadranno in essa vengono soffocati senza dare frutto.Ed è per questo che i nostri Vescovi hanno diramato il loro documento. Esortano ad essere cristiani fino in fondo senza lasciarsi influenzare da quelle propagande sbandierate che tanto danno hanno fatto nel passato. Costoro plagiano chi ancora crede nella loro apparente moralità e che si… «appoggiano», nel sociale, come difensori di tutto e di tutti. Gino GalastriFirenze

Non direi, caro Galastri, che il Documento della Cet (pubblicato su Toscanaoggi n. 15 dell’11 aprile 2004) in occasione delle prossime consultazioni europee e amministrative sia generico. I Vescovi della Toscana danno orientamenti che possono aiutarci, come elettori. Si sottolinea prima di tutto l’importanza della partecipazione. È vero che la disaffezione per la politica è diffusa, e spesso a ragione, ma la partecipazione al voto resta sempre un modo per interessarsi del bene comune tanto più che «il prossimo appuntamento elettorale ci offre due obiettivi grandi e belli a cui pensare e di cui preoccuparci: il bene e il miglioramento delle nostre comunità locali, e anzitutto del nostro Comune, e l’avvenire dell’Europa Unita, la quale – a dispetto di non poche delusioni e difficoltà – resta pur sempre un ideale moralmente e civilmente alto e avvincente».

Una partecipazione informata, però. La conoscenza dei programmi dei diversi partiti e schieramenti è fondamentale. Spesso però questi sono generici e promettono quel che è oggettivamente difficile mantenere. L’attenzione dovrà quindi rivolgersi anche – e in molti casi soprattutto – alla «qualità delle persone, alla loro moralità, alle vere intenzioni che perseguono, alla competenza che hanno, alla capacità di realizzare quanto viene promesso». In quest’ottica assume importanza scegliere le persone attraverso il voto di preferenza, scelta che per molti oggi è prioritaria, anche rispetto alla scelta dello schieramento. A questo proposito il Documento dà un’ulteriore indicazione. Proprio perché la politica non può prescindere da alcuni valori forti, che la illuminano e la guidano, «nessuno dovrebbe meravigliarsi se, anche oggi, i cattolici guardano con interesse preferenziale, pur senza obblighi precostituiti, ai candidati che per il loro esplicito e veritiero riferimento all’ispirazione cristiana e la loro personale moralità e competenza, danno maggiori garanzie di rappresentarli».Certo, manca ogni riferimento agli schieramenti né si privilegiano scelte partitiche. Ed è bene. Il Documento vuole infatti educare ad una riflessione personale, ma anche comunitaria, che porti ad un voto motivato che ci impegna certo come cristiani, ma che resta pur sempre affidato, oggi più di sempre, alla personale libertà e responsabilità.

Alberto Migone

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