Semplificazioni sulla guerra di Spagna
D’altra parte le violenze dei nazionalisti non furono da meno, le fucilazioni dei «rossi» furono prassi quotidiana e continuarono per tutta la durata della guerra (è nota la fine del poeta Garcia Lorca) e anche dopo e non è di consolazione il fatto che ai condannati prima dell’esecuzione venisse offerta la possibilità di «pentirsi» e accedere ai «conforti» religiosi; le uccisioni da parte dei nazionalisti avvenivano in nome della fede e ben pochi vescovi e sacerdoti alzarono la loro voce contro questa strumentalizzazione indecente.
Averardo Dini scrive che gli piange il cuore dalla vergogna per quei gruppi d’italiani che accorsero in difesa della repubblica spagnola. Come è noto quegli italiani erano fuorusciti e perseguitati dal fascismo italiano che ritennero loro dovere combattere contro l’affermazione del fascismo spagnolo. Furono molti di più gli italiani mandati «volontari» da Mussolini a combattere contro la repubblica unitamente ai camerati nazisti che si distinsero tristemente per il bombardamento a tappeto della città basca di Guernica. Se deve piangere il cuore per la vergogna, deve piangere per tutte le violenze che ci furono da ambo le parti, per il milione di morti, per la miseria, le ingiustizie, le repressioni che la Spagna ha subito fino a poco più di venticinque anni fa quando finalmente poté diventare un paese democratico.