Scuole paritarie, i cattolici si muovano

Caro Direttore, ho seguito il botta e risposta a distanza, pubblicato sulle pagine di Toscana Oggi nei numeri del 12 e 26 gennaio, tra Gianluca Parrini (Consigliere regionale gruppo La Margherita) e Franco Banchi (Consigliere regionale Gruppo UDC) sul tema della parità scolastica e dei contributi dovuti ma non versati alle scuole paritarie dal Governo.Intervengo per manifestare la forte preoccupazione delle 41 scuole dell’infanzia paritarie di ispirazione cristiana aderenti alla FISM della provincia di Arezzo, che rappresento come dirigente, per tutta la vicenda dei contributi statali oggetto della discussione tra i due Consiglieri. Posso riassumere solo brevemente l’oggetto del contendere:

1) il Ministro Tremonti in un primo momento decreta il taglio dell’intero finanziamento statale alle paritarie (mossa peraltro già tentata un anno prima con un taglio di circa 100 miliardi di vecchie lire poi rientrato per intervento della FISM nazionale);

2) in seguito ripristina solo una minima parte di quanto dovuto (il grosso della somma, inscritto nel bilancio dello Stato come competenza e non come cassa, temo non sarà incassato nel 2003 dalle scuole);

3) nel frattempo le scuole dell’infanzia di ispirazione cristiana devono continuare ad erogare regolarmente i servizi (utilizzati, si badi bene, da oltre un terzo dei bambini italiani in età da scuola materna) con sforzi enormi di bilancio e senza la certezza dell’incasso.

Di fronte a questo scenario non tutti però, compresa buona parte della comunità cristiana fin nelle sue espressioni gerarchiche più alte, danno l’impressione di rendersi veramente conto dell’estrema gravità di quanto è accaduto e sta accadendo: qualcuno minimizza o addirittura nega cercando di dirottare l’attenzione su altri fuochi.

Questi fatti non possono lasciare tranquilli e, anzi, presentano risvolti inquietanti per il futuro stesso delle scuole paritarie, le quali si vedono costrette a chiedere prestiti alle banche per pagare gli stipendi ai dipendenti, i fornitori, le utenze, le tasse,… dal momento che è dal 2001 che non ricevono un soldo dallo Stato.

Ho la convinzione, confermata dai loro interventi su Toscana Oggi, che i Consiglieri Parrini e Banchi abbiano a cuore le sorti delle «nostre» scuole e che stiano facendo quanto in loro potere per «portare a casa buoni risultati» sia in Regione (facendo pressioni affinché continui ad essere incrementato annualmente il contributo che la Giunta Toscana destina alle materne paritarie), sia a livello governativo (stimolando l’integrale realizzazione della parità, sperimentando contemporaneamente strade aggiuntive, invitando il Governo in carica a destinare alle materne paritarie cifre almeno pari a quelle erogate dal precedente Governo). Per questi motivi ritengo che sia da valutare seriamente l’ipotesi di un «tavolo» (più che un «patto») attorno al quale i cattolici impegnati in diversi schieramenti politici possano confrontarsi in vista della ricerca di posizioni e traguardi comuni sul tema della parità (che potrebbe preludere anche a confronti su temi eticamente ancor più impegnativi). A quando la notizia del primo concreto incontro? Marco BonciCoordinatore Pedagogico Provinciale FISM Arezzo

Siamo perfettamente d’accordo: chi ha a cuore la scuola cattolica deve mobilitarsi subito per sbloccare i fondi e garantire aiuti statali almeno non inferiori a quelli stanziati dal governo precedente. Che poi nasca un «patto» o un «tavolo» tra i «cattolici impegnati in diversi schieramenti politici» poco importa. L’importante è che mettano da parte le polemiche e si rimbocchino le maniche.