Scuola, sì alla settimana corta se a vantaggio delle famiglie

Caro direttore, alla fine di un altro anno scolastico, le dico che sarei favorevole all’introduzione della settimana corta a scuola, allineando così la scuola al resto della società che è già in larga parte organizzata sulla settimana lavorativa di cinque giorni. Infatti nella settimana corta ci sono più aspetti positivi che negativi, sia dal punto di vista familiare (più tempo a disposizione da condividere per genitori e figli) sia dal punto di vista funzionale, dato che in diverse realtà si segnalano spesso assenze al sabato a causa di impegni sportivi o di altro genere. Inoltre ne deriverebbero risparmi che di questi tempi non è un aspetto da sottovalutare.

Mario PulimantiLido di Ostia –Roma

Ringrazio l’amico Pulimanti, anche perché è uno di quei lettori che ci scrivono molto. Per di più non abita in Toscana. Ma lo ringrazio soprattutto perché ci ricorda che siamo alla fine di un altro anno scolastico e la scuola è una delle realtà che interessano tutti: i giovani perché la frequentano, i genitori e i nonni perché hanno figli o nipoti sui banchi, gli insegnanti e il personale non docente perché ci lavorano…. Ma la scuola interessa l’intera società perché è soprattutto lì, dopo la famiglia, che si formano le nuove generazioni. Dalla scuola e dalla capacità di educare dipende il futuro di un Paese. «Non c’è politica futura che non parta dalla centralità della scuola», ebbe a dire anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel suo discorso d’insediamento. Insomma, il compito educativo è una missione chiave e la scuola deve ritrovare il compito appassionato di aiutare i genitori a educare i propri figli. Nel recente incontro in Piazza San Pietro con il mondo della scuola, il Papa ha detto di amare questa istituzione. La scuola – ha aggiunto – è sinonimo di apertura alla realtà, è un luogo di incontro, un luogo fondamentale nell’età della crescita, come complemento alla famiglia. Detto questo, ben venga la settimana corta a scuola, ma non solo per i motivi elencati nella lettera, quanto per l’aiuto che potrebbe dare alla vita in famiglia.

Andrea Fagioli