Sanremo, la presenza di Maria De Filippi e il compenso di Conti
Buongiorno, la Rai ha intenzione di battere Mediaset nella produzione di programmi spazzatura? Con amara sorpresa ho appreso che al Festival di Sanremo il conduttore, il signor Carlo Conti, sarà affiancato dalla regina dei programmi spazzatura. «Orrore!», direbbe qualcuno. Già che ci siamo perché non inserire anche la signora Barbara D’Urso e magari negli intervalli mandare in onda alcuni spezzoni dei programmi di elevata cultura quali Il grande fratello e L’isola dei famosi?
Gianni Scalici
E’ un obbrobrio che per i festival nazional-popolari canzonettistici si spendano centinaia di milioni pubblici per emolumenti al presentatore. Bastano e avanzano diecimila euro lordi. È l’ora di smettere di sperperare il denaro pubblico per qualsiasi stipendio pubblico il cui tetto deve essere non più di cinquantamila euro netti all’anno. Chi vuole di più, vada nel privato. E per privato non si intendono quelle attività, anche società per azioni, detenute direttamente o partecipate dalla mano pubblica o di interesse pubblico che impattano sul risparmio degli italiani: cioè le banche. Anche qui chi tira il carretto sono gli impiegati. I presidenti e simili, nonché gli alti papaveri dirigenziali, talvolta non conoscono i lavoro come gli impiegati e talvolta, sono anche semianalfabeti professionalmente e buoni solo a fare discorsi e tagliare nastri. È l’ora di finirla.
Gian Carlo Politi
Che i programmi di Maria De Filippi siano in genere discutibili non c’è dubbio, così come è fuori discussione che lei sia il numero uno di Mediaset come Carlo Conti lo è della Rai. Per cui, il metterli insieme è già un colpo che garantisce il successo dal punto di vista degli ascolti (sto parlando di ascolti non di qualità). Non è un caso che in questa settimana sanremese siano stati sospesi quasi tutti i programmi delle altre reti. Non solo di Rai e Mediaset, ma anche di qualche canale a pagamento. Anzi: la coppia Conti-De Filippi è stata costituita anche per mettere paura alle aggressive pay tv come Sky e Netflix. Oltre alla questione legata all’industria discografica che sempre più in Italia dipende in qualche modo dalla De Filippi e dai suoi talent show che producono i nuovi cantanti e di conseguenza gran parte dei potenziali partecipanti a Sanremo. Insomma, dietro l’accordo Rai-Mediaset c’è un business che riguarda più fronti, compreso quello della pubblicità e degli sponsor. Ed è soprattutto per questo che Carlo Conti riceve un compenso in proporzione al molto che porta. Non c’è pertanto da scandalizzarsi perché è un po’ come un imprenditore che produce lavoro e reddito. La cifra di cui si parla, 650 mila euro, pur essendo lorda e comprendendo altre prestazioni oltre Sanremo, è effettivamente alta. Ma Carlo Conti non è un avido. Parte di quei soldi andranno ai terremotati del Centro Italia. Lo ha dovuto dire pubblicamente per difendersi dagli attacchi, ma lo avrebbe fatto ugualmente nel silenzio se non fosse esploso il caso. Conti, tra l’altro, è uno che non ha mai dimenticato le proprie origini aiutando spesso gli amici e i colleghi toscani. Per cui, personalmente, mi preoccupano più coloro che ricevono compensi anche più alti, non producono nulla e non aiutano nessuno.
Andrea Fagioli