Quell’intervista della Boschi in materia di diritti
Caro direttore, l’on. Maria Elena Boschi in una recente intervista non ha nascosto le sue radici cattoliche e allo stesso tempo si é dichiarata favorevole alla liberalizzazione delle droghe leggere e al matrimonio gay, sottolineando che sul tema dei diritti si sente più a sinistra di Renzi e di altri colleghi del Pd. Nessuna meraviglia: tra i cattolici impegnati in politica ci sono casi analoghi. Il desiderio di apparire aperti o il timore di compromettere la propria carriera politica li spinge a prendere certe posizioni estreme. Le vorrei però ricordare che il buon senso ci dice che il matrimonio è fatto per un uomo e una donna (lo dice anche la nostra Costituzione) e che i bambini hanno il diritto di crescere con la figura del padre e della madre. Hollande e Zapatero dimostrano che con le politiche radicaleggianti sui temi etici i consensi si perdono.
Pur trattandosi di un’intervista secondo lo stile di Vittorio Zincone, che prevede un botta e risposta senza troppe argomentazioni e spiegazioni, credo che le posizioni di Maria Elena Boschi siano chiare e non smentite. Anch’io come lei, caro Innocenti, sono convinto che l’unico matrimonio possibile sia quello tra un uomo e una donna. Diversamente è un’altra cosa, che può trovare tutele nei diritti-doveri inalienabili e costituzionali di ogni persona, ma non è un matrimonio. Per non parlare del testamento biologico o delle droghe leggere (e poi che senso ha distinguere tra pesanti e leggere? la droga è sempre droga).
Quelle di Maria Elena Boschi in queste materie sono posizioni che quindi non condivido. Non voglio però pensare che siano dettate da opportunismo. Vorrei in questo senso dare credito ai nostri giovani politici (anche se non tutti sembrano meritarlo) nella speranza che qualcosa cambi davvero nel modo di intendere la politica e magari trovino anche il modo di ripensare a certe loro posizioni su materie così delicate.
Andrea Fagioli