Quella bambina che da grande sarà picchiata dal marito
Caro direttore, lo spot pubblicitario passato in tv, con alcuni bambini che dicono cosa faranno da grandi, mentre una bambina risponde che finirà all’ospedale perché il marito la picchia, sembra un’ingiunzione all’accettazione passiva di un destino ineluttabile. Tutto questo in netto contrasto con la strada fin qui intrapresa dal Moica nei 35 anni di percorso a difesa della dignità della donna. Percorso di speranza e di prevenzione e non di provocazione o rassegnazione, non di pessimismo né di condanna tra l’altro a un pesante destino per il sesso maschile relegandolo a un’unica categoria di violenza. Questo spot è inaccettabile. Il Moica in tutta Italia, a cominciare dalla presidente nazionale Tina Leonzi Gallinari, è insorto per far ritirare questa offensiva pubblicità. Il rispetto è fondamentale in ogni tipo di relazione, a maggior ragione in una coppia e soprattutto riteniamo sia necessario educare convenientemente i bambini fin dalla loro tenera età.
Sono d’accordo con lei, carissima presidente. Ricordo soltanto, per chi non l’avesse visto, che lo spot (realizzato in occasione della giornata contro la violenza sulle donne e adesso non più in onda) presentava alcuni bambini che, alternandosi, dicevano cosa avrebbero voluto fare da grandi: la veterinaria, il poliziotto, il maestro di sci, il soldato, la stilista, il musicista…. Alla fine, una bambina dalla faccia triste gelava i telespettatori con questa frase : «Quando sarò grande finirò in ospedale perché mio marito mi picchia». Ora, pur ammettendo che certe campagne di sensibilizzazione abbiano bisogno di messaggi forti, questo mi sembra davvero eccessivo. Primo perché coinvolge i bambini e poi perché rischia di far passare il messaggio sbagliato, quello, come dice lei presidente, di un destino crudele per la donna, ma anche per l’uomo, per di più all’interno del matrimonio (la parola «marito», infatti, limita il campo).
Andrea Fagioli