Quanti attacchi al Papa e alla Chiesa, ma non è una novità
Gentile Direttore,
su certa stampa e sui media in generale notiamo un incremento di critiche e insinuazioni, spesso superficiali e poco professionali, nei confronti della Chiesa. Si ha l’impressione che lo scopo sia quello di colpire Papa Francesco per il suo Magistero rivolto agli ultimi. Si insinua che la Chiesa parla di accoglienza agli immigrati, ma chiude loro le porte dei 20.000 conventi e monasteri vuoti.
Però non si dice che gran parte di quegli edifici furono confiscati alla Chiesa nei secoli passati e quindi il proprietario è lo Stato. Le comunità religiose che attualmente vi abitano pagano un affitto simbolico. La Chiesa ospita molti poveri e immigrati in strutture adeguate. Si rimarcano sempre i presunti privilegi che la Chiesa riceverebbe dallo Stato, ma non si dice che la Chiesa con le sue opere sociali e di volontariato fa risparmiare allo Stato almeno 11 miliardi di euro l’anno. Ovvero quasi il quadruplo di quello che invece riceve con agevolazioni varie.
Se invece di guardare all’albero che cade si osservasse anche la foresta che cresce avremmo una visione più realistica della Chiesa. Le sarei grato se il suo giornale potesse da voce anche a chi non condivide certi servizi tendenziosi e poco veritieri. Cordiali saluti.
Loriano Draper
Ha ragione il nostro lettore e prima o poi potremmo, o meglio dovremmo, provare a fare i conti in tasca allo Stato, anche se effettivamente non credo sarebbe facile perché sarebbero davvero conti difficili e lunghi, forse impossibili se si volesse risalire a quanto la Chiesa italiana ha fatto risparmiare allo Stato sul sociale, a quanto organizzazioni come la Caritas ma anche le singole parrocchie, e non solo, fanno risparmiare ogni giorno nell’assistenza: con le mense per i bisognosi e gli immigrati, con gli ambulatori medici e infermieristici, con il lavoro nelle case di anziani che vivono soli e spesso senza avere nessuno che li aiuta se non i volontari delle Misericordie o delle parrocchie.
Il signor Draper legge in certi articoli sugli immigrati un attacco anche a Papa Francesco. In realtà, caro signor Loriano, credo che gli attacchi verso Bergoglio e la Chiesa siano ben altri e talvolta arrivino persino dall’interno, non dobbiamo nascondercelo, persino da dentro le mura del Vaticano. Non è una novità e allo stesso tempo sarebbe sbagliato, credo, fare i falsi ingenui. Queste cose sono sempre successe nel corso dei secoli. Senza andare a scomodare i Papi del Medioevo, basta leggere certi articoli usciti durante il Concilio Vaticano II, quasi sempre con «veline» predisposte da chi alcune cose le conosceva bene, contro Giovanni XXIII e, dopo, contro Paolo VI.
Se poi ci avviciniamo ai giorni nostri pensiamo a quanto hanno scritto contro Giovanni Paolo II o Benedetto XVI. Talvolta da destra, talvolta da sinistra, secondo le mode e la cultura del momento. Oggi non è diverso, anzi i social rendono tutto più facile per chi vuol denigrare anche una persona normale, figuriamoci una figura come quella di Bergoglio. E rispondere a un post con una così detta fake news, che viene diffusa e rilanciata da chi ha interesse a farlo a una grande velocità, è molto difficile, quasi quanto fare i conti in tasca allo Stato.
Domenico Mugnaini