Perché pubblicizzate Halloween?

Caro Direttore,concordo pienamente con Franco Cerri che nella sua ultima «Graffiatura», apparsa sulle pagine diocesane di Lucca del 27 ottobre, critica apertamente la «festa» di Halloween «che non ha niente a che vedere con la nostra cultura ed è addirittura contraria alla fede cristiana».Ma scorrendo poi le pagine dello stesso numero di Toscanaoggi/Lucca7 trovo a pagina IV un trafiletto «Su e giù per la Toscana», sottotitolo «Halloween», di Simone Spadaro che dopo aver anch’egli affermato essere «una tradizione tipicamente americana che ha preso piede in Italia» ce la propone un po’ più accettabile dicendoci che «ha qualche velato collegamento con la tradizione cristiana»; e poi giù un lungo elenco di feste di zucche e streghe che si tengono in Toscana. Allora mettiamoci d’accordo. Se si critica non si fa poi pubblicità nella pagina successiva. Nella Chiesa ci sono già troppe contraddizioni su cose ben più serie. Certo che poi anche i poveri genitori e «certi educatori», a volte non sufficientemente preparati culturalmente, non sanno più che pesci prendere.Flavio ModenaMontuolo (Lu) Toscanaoggi si occupò estesamente della nuova moda della festa di Halloween giusto un anno fa (n. 39, del 4 novembre 2001). Il succo delle due pagine che vi dedicammo è che la rapida diffusione in Italia di questa festa è uno dei tanti segni della colonizzazione culturale americana in atto da tempo che ci porta a dimenticare le nostre tradizioni per seguire le mode imposteci d’oltreoceano. Il tutto, naturalmente, in nome del grande business che vi sta dietro.Non è vero però che Halloween, preso in sé, sia contrario alla fede cristiana. La parola stessa – contrazione della frase «All Hallows Eve», cioè «vigilia di Ognisanti» – ne denota l’origine chiaramente cristiana, nell’Irlanda celtica. E proprio i cattolicissimi irlandesi l’avrebbero portata con sé emigrando nel nuovo continente. Da questo punto di vista è una delle tante «feste dei morti», diffuse in forme diverse ad ogni latitudine e in ogni cultura, che il cristianesimo ha assunto purificandone alcuni elementi. Che poi questi elementi pagani stiano invece riemergendo nella festa americana – anche sull’onda di alcuni film – è un altro problema.Giustamente il teologo don Gianni Cioli, pur esprimendo tutte le sue riserve su questa colonizzazione culturale e sull’esaltazione di aspetti macabri e magici legati ad Halloween, concludeva: «Non è certo il caso di dichiarare guerra alla festa di Halloween, anche perché sortiremmo l’effetto contrario, ma dovremmo piuttosto impegnarci in maniera più convincente, con la catechesi e la testimonianza, a presentare la bellezza delle celebrazioni cristiane del 1° e del 2 novembre. Come la Quaresima ha tollerato, nella nostra tradizione, il carnevale, la memoria dei santi e dei morti potrà tollerare Halloween purché si riesca a comprendere che alla fine è molto più bella e affascinante la luce della festa cristiana che il buio del nuovo, strano Carnevale macabro».Dunque attenzione, discernimento, denuncia degli aspetti meno accettabili, ma nessuna crociata contro Halloween. Per questo non troviamo contraddittorio segnalare sobriamente, all’interno di un «cartellone», alcune di queste feste organizzate da paesi e città toscane, come del resto si fa per il carnevale.