Per una presenza responsabile dei cattolici e una buona politica
Caro direttore, siamo rimasti molto colpiti dagli appelli del cardinal Bassetti per una nuova presenza dei cattolici alla vita politica. Un tema che anche «Toscana Oggi» ha trattato aprendo un dibattito sereno, preciso, aperto e chiaro. Una presenza responsabile dei cattolici è qualcosa di cui questo Paese ha bisogno: è disorientato, impoverito, facile preda dei venditori di false certezze. Deluso dal passato, illuso dal presente, spaventato dal futuro. Un Paese con meno speranza, ma sempre più voglia di sperare, espressa da una domanda «gridata» di buona politica e di fermo cambiamento da parte del popolo.
I tempi ci interpellano attraverso l’esempio e gli insegnamenti di San Paolo VI: uomo di identità e di mediazione, di pace e testimonianza, di dialogo e di presenza. Soprattutto, di unità e di lavoro paziente: per ricreare un unico tessuto solo dagli orditi lacerati nel tempo, per segnare un cammino comune dai sentieri lungo i quali si era disperso un popolo. La riedificazione comunitaria di una cultura civica e politica condivisa, dimensione fondante dell’impegno dell’oggi per il domani, si pone anche come base per la ricostruzione di una costituzione in senso materiale e spirituale.
Anche i cattolici che hanno a cuore il bene comune devono superare la dolorosa fase della frammentazione. Devono ritrovare il dialogo e la convergenza. Devono giungere a forme di aggregazione che non siano esclusive, ma li rendano in grado di far valere il proprio peso e far sentire la loro voce. Si avverte la necessità di creare una casa comune, sempre aperta a tutte le persone di buona volontà, che sappia valorizzare la formazione di una classe dirigente all’insegna dello spirito di servizio, della rettitudine di coscienza e della competenza.
Un luogo di riflessione e di aggregazione, di orientamento e discernimento e di iniziativa ispirata alla più piena condivisione, sul piano dell’impegno civile e politico, del comun denominatore costituito dall’insegnamento sociale cristiano.
Nessuno di noi, da solo, può sopravvivere alle incertezze di questa stagione fatta di odio montante, in cui le vecchie offerte di politica dimostrano di essersi logorate in modo irreversibile. Siamo coscienti che la rigenerazione della vita pubblica vada realizzata in tutta la filiera del lavoro, dell’economia, dell’impresa, del credito, dell’ambiente, dell’informazione, dell’educazione e della cultura, ma certo anche della politica, cui compete l’assunzione di scelte coerenti con questa visione. Mettendoci insieme potremo concorrere, in modo determinante, alla creazione di quel bene comune che – ce lo ricordano i nostri pastori – è scopo essenziale della nostra presenza nel mondo.
Per questo abbiamo preso a sentirci. Siamo in molti, molto più del previsto. Non siamo strutturati come una organizzazione: nessuna gerarchia, nessuna primazia. Un gruppo di persone che, prima di ogni altra cosa, vogliono ritrovarsi e riflettere insieme: sul nostro Paese e sui nostri figli, cui abbiamo il dovere di lasciare un futuro.
Cerchiamo gente come noi, che condivida i valori che riconosciamo nella dottrina sociale cristiana, coltivi l’affezione ad una Carta Costituzionale che riteniamo sia ancora oggi una base essenziale dell’identità nazionale, desideri la fermezza sui principi e l’apertura al dialogo. Insieme.
Insieme per la Toscana, insieme per l’Italia. Chiunque voglia conoscerci, ed iniziare un cammino comune o anche solo vedere chi siamo, ci contatti ad uno di questi due indirizzi di posta elettronica: insiemeperlatoscana@gmail.com insiemeperlitalia@gmail.com
Caro direttore, grazie per la sua ospitalità. Sarà bello un giorno poter dire di avere contribuito, insieme, al bene comune.
L’auspicio finale, cari amici, non è di poco conto. Pensare che questo piccolo giornale possa contribuire al bene comune è una cosa straordinaria. Di questo vi ringrazio. Mi fa anche piacere che abbiate apprezzato il dibattito che si è sviluppato su queste pagine e dal quale, mi sembra di capire, abbia in qualche modo preso le mosse questa vostra lodevole iniziativa e di conseguenza abbiate ritenuto opportuno chiedere di veicolarla attraverso queste stesse pagine. Di questo sono molto contento anche perché condivido con voi la necessità di una presenza responsabile dei cattolici e di una buona politica. Sono sufficienti le parole (frutto di un «linguaggio imbarbarito e arrogante» per dirla con Bassetti) sentite nei giorni scorsi a proposito anche della stampa per capire a quale livello è arrivato il dibattito politico. Pensiamo di contro alla bellezza del concetto da voi più volte richiamato: bene comune, un concetto spesso dimenticato, ma essenziale per la convivenza e per la qualità della vita. Enzo Bianchi ha scritto che «il bene (bonum) è quanto gli uomini e le donne desiderano per vivere in pienezza» e il «bene comune non è semplicimente qualcosa di materiale posseduto insieme, ma è l’insieme delle condizioni di vita che favoriscono il ben-essere, l’umanizzazione di tutti». Come vedete, cari amici, torna anche qui il concetto di «Insieme» che avete scelto per lanciare la vostra proposta di dialogo e convergenza alla quale, per rimanere in tema, auguro ogni bene.
Andrea Fagioli