Rubrica: Lettere al Direttore 13 Maggio 2003 Pedate negli stinchi sempre ai soliti di Archivio Notizie Caro Direttore,grazie per la pubblicazione della nostra lettera. Noi volevamo solo segnalare il disagio di quei fedeli che vedono in tv vomitare dei sacerdoti (già ci è capitato di doverci allontanare dal televisore) o vescovi riammessi al ministero dopo aver contratto matrimonio ed abbracciato una setta a sfondo religioso e poi vedono anche che a prendere pedate negli stinchi sono sempre i soliti, in questo caso don Vitaliano, secondo noi ingiustamente punito e sanzionato. Dalle telefonate, anche da amici persi di vista, che abbiamo ricevuto, deduciamo che il messaggio, sia pure in forma insolita, è stato ricevuto, capito, condiviso. Noi siamo certi che tra chi lo ha capito c’è sicuramente anche lei, caro Direttore, nonostante il suo commento «birbante» che le ha richiesto, evidentemente, una lunga riflessione.Otello Brogi, Mario Borghesi, Loredana Erpici, Mariateresa GasperiCastelnuovo Val di Cecina (Pi) Caro Direttore,mi ha sorpreso l’elogio di Gianni Baget Bozzo, pubblicato in Toscana oggi del 4 maggio 2003. Trovo che alcune prese di posizione del sacerdote si segnalano per grossolanità e arroganza. Mi limito a citarne una, che non riesco a dimenticare. «Oggi gli americani si rallegrano di aver eletto un uomo comune che diviene un presidente fuori del comune. Gli USA vanno alla guerra e alla morte, si rivelano l’ultima grande nazione della cristianità, che sa accettare il rischio di morire in battaglia. Anche la Chiesa ha un papa fuori del comune: non ci prepara alla guerra ma al disarmo morale» («Panorama», 4/10/ 2001). A suscitare lo sdegno nella citazione sopra riportata è (o dovrebbe essere) il giudizio su Giovanni Paolo II: un papa si dice che porterebbe la cristianità al disarmo morale. Al disarmo morale? Ma della morale, il prete che emette una sentenza del genere che idea s’è fatta? Certamente la sua non è la morale evangelica del «Riponi la spada nel fodero, perché chi di spada ferisce di spada perisce». Non è neppure la morale della Pacem in terris, dove si stigmatizza come assurdo (alienum a ratione) il fatto che «in questa nostra età, la quale si vanta dell’energia atomica, la guerra possa essere utilizzata come strumento di giustizia». Neanche lontanamente la morale di Baget Bozzo richiama quella del concilio Vaticano II, a cui Giovanni Paolo II (disarmato, non certo imbelle) e l’episcopato (persino statunitense) si ispirano. Dopo aver letto e aver sentito qualche pronunciamento a proposito dell’islam, io un parere sulla «morale» che traspare dagli interventi di Baget Bozzo ce l’avrei. Mi manca però lo spazio per argomentare. Dirò solo che la scelta sbrigativa del massiccio intervento armato contro i «diversi» trasformati tutti in «nemici» ricorda le pagine del «Mein Kampf»… L’accostamento lo butto là come una provocazione. Del resto chi scrive quasi quotidianamente su giornali e riviste, e poi parla dalle televisioni di Stato, da quelle Mediaset e da La Sette, per non suscitare un senso comprensibile di nausea, ha bisogno di ricorrere sistematicamente al genere «provocazione».don Francesco PasettoPratovecchio (Ar) Caro Direttore,non posso che compiacermi per la risposta che nella settimana scorsa ha dato a quei lettori della Val di Cecina, i cui occhi stillano lacrime di ammirazione tutte le volte che nel salotto televisivo del giullare Bruno Vespa, sentenzia, con accenti profetici, il cappellano Baget Bozzo, del quale sarebbe necessario che i suddetti conoscessero la storia politica sin da quando cominciò ad agitarsi a Genova nella segreteria del compianto cardinale Siri, fino ad approdare alla paludata corte del credo aspirante monarca al Quirinale, con nuovo Statuto, l’uomo di Arcore.Ma per tornare ai nostri di quel grazioso paese di Castelnuovo di Val di Cecina, dirò che da quella lettera pot-pourrì mi sembra di dover estrarre e considerare la sentenza da loro emessa nei confronti di don Vitaliano Della Sala. «Egli così scrivono si è reso colpevole di avere portato la sua presenza sacerdotale tra scalmanati e drogati (che direbbero Don Benzi e Don Stinghi?) forse anche sporchi e puzzolenti, ivi celebrando, addirittura, i sacri misteri». Sarà bene che tutti noi, che ci dichiariamo cristiani, stiamo attenti che non passino avanti ladri e prostitute nel regno dei Cieli, dove entrò, per primo, un ladrone bandito. «Oggi sarai con me, in Paradiso» (Luca,23,43).Cesare MatteiniFirenzeLa lettera degli amici di Castelnuovo V.C. ha colpito nel segno, provocando la reazione di diversi lettori (e a mo’ d’esempio pubblichiamo due lettere, fortemente tagliate per ragioni di spazio). Che fosse una «provocazione» e che l’elogio di don Baget Bozzo fosse ironico l’avevamo intuito, anche se non tutto era chiarissimo. Ma non ci pentiamo della risposta che sottoscriviamo ancora integralmente. Rallegrandoci anche che tra i nostri lettori non ci siano molti fans delle «provocazioni» di don Baget Bozzo.Elogio di don Baget Bozzo