Nonostante tutto, noi facciamo il tifo per la famiglia

Il Papa ha invitato a pregare per il Sinodo della famiglia, e confesso che lo faccio volentieri, soprattutto per invocare l’aiuto divino affinché questo consesso ecclesiastico non si presti ad offrire vetrine mediatiche, che vivisezionando questo o quell’intervento siano finalizzate ad accreditare l’immagine di una Chiesa divisa, con presunte contrapposizioni tra chi è più o meno vicino al Papa, o con chiavi di lettura che coinvolgano direttamente il Santo Padre facendogli dire anche ciò che non dice.

In verità questo Sinodo ha una preparazione che non viene normalmente sottolineata, ma a mio avviso riflette il pensiero pontificio e che ritengo debba essere evidenziata per amore della verità.

Sono mesi che Papa Francesco dedica le udienze del mercoledì a sottolineature accorate sull’importanza della famiglia. Non c’è bisogno che usi l’epiteto «tradizionale» per far capire come la pensa, perché mi pare sia stato estremamente chiaro nel precisare che uomo e donna sono connaturali al concetto di famiglia, che pertanto non ammette surrogati ideologici.

Parimenti non credo che ci si possano attendere rivoluzioni dottrinali anche dinanzi ai dolori che provocano le disgregazioni della famiglia, quand’anche emergesse l’esigenza di maggiori precisazioni circa il fatto che la Chiesa, sempre «madre» e mai «matrigna» è vicina all’errante ma non legittima l’errore.

I padri sinodali possono avere anche opinioni non sempre convergenti, ma non mi pare opportuno guardare a loro con occhi da tifosi di fazioni contrapposte, perché Cristo e la Sua Chiesa sono un «unicum», non asservibile a categorie mondane: la Chiesa è nel mondo, ma non è del mondo.

Daniele Bagnai

Grazie, caro Daniele, per questo suo richiamo al Sinodo sulla famiglia a cui, tra l’altro, dedichiamo l’apertura di questo numero. La famiglia è sicuramente uno dei temi che ci sta maggiormente a cuore, convinti che sia una grande risorsa per tutti, non solo per i credenti. Senza famiglia non si va da nessuna parte, non c’è futuro. Eppure i media mettono in ombra o addirittura in cattiva luce proprio quella famiglia di cui parla lei, caro Daniele: la famiglia composta da un uomo e una donna aperti alla vita e che come tale garantisce il futuro della società.

Nessuno nega altre forme di convivenza o che la famiglia sia sempre meno stabile, che diminuiscano i matrimoni e aumentino le separazioni. Situazioni alle quali, tra l’altro, la Chiesa stessa guarda con attenzione, proprio perché è «madre» e non «matrigna». Ma non si può, per dirla con il Papa, «presentare la famiglia come se fosse un modello astratto da accettare o rifiutare, invece che una realtà concreta da vivere». Occorre «uno sguardo capace di riconoscere che la famiglia continua ad essere una grande risorsa, e non solo un problema o un’istituzione in crisi».

Sono convinto che il Sinodo offrirà un importante contributo a questo «sguardo», ma non ci sarà da meravigliarsi se le notizie che usciranno da lì saranno interpretate a piacimento, con letture ideologiche preconcette. A questo ci siamo abituati, anche se non giova a nessuno. Di una corretta informazione ci sarebbe davvero bisogno. Purtroppo, è merce sempre più rara. E noi, che nel nostro piccolo ci proviamo perché ancora ci crediamo, siamo spesso penalizzati, tacciati di essere retrogradi, persino intolleranti. Ma anche di questo ce ne siamo fatti una ragione e continuiamo a fare il tifo per quella famiglia in cui, come dice lei, caro Daniele, «uomo e donna sono connaturali al concetto».

Andrea Fagioli