L’immotivato aumento del numero dei sottosegretari
Carissimo direttore, confesso la mia assoluta ignoranza sull’argomento, ma vorrei capire i benefici che possono arrivare da «altri nuovi sottosegretari» nominati dal nostro governo. Da settimane i telegiornali ci hanno informato dell’impazienza dei «fuoriusciti» nel richiedere «ricompensa» a Berlusconi per il voto a sostegno del governo, anche se non appartenenti ai partiti di maggioranza. Finalmente nove di questi onorevoli, già abbastanza remunerati, vengono beneficiati dalla carica di sottosegretario, per ricompensarli del voto dato «gratis».
E fin qui nulla di nuovo, il palazzo è strapieno di avvocati ed i cavilli e le motivazioni nascono spontanee. Mi chiedo, da disinformato che ignora cifre e privilegi, cosa ci hanno guadagnato i nove con questa carica, che richiama un’incarico veramente marginale: sottosegretario? Già segretario mi sembra sinonimo di portaborse, figuriamoci se penso al «sotto» cosa immagino. Dai miei giornali, se non chiedo troppo, vorrei un’informazione chiara, anche perchè con le mie illazioni non vorrei apparire irrispettoso verso le istituzioni. La politica raggiunge ogni giorno il massimo storico della sfiducia da parte dei cittadini e vedere far festa per un sottosegretariato disgusta e fa pensare che anche questa spesa ci verrà addebitata.
Caro Guivizzani, lei è un lettore davvero fedele e quindi non mi posso esimere dal darle una risposta «chiara» a nome di uno di quei giornali che lei definisce «suoi». (l’altro presumo sia il fratello maggiore «Avvenire»). Potrei, per risponderle, prendere a prestito la battuta del sindaco di Firenze, Matteo Renzi («Con la nomina dei nuovi nove sottosgretari il Governo ha introdotto una novità di marketing. Prima c’era la carta fedeltà dei supermercati, ora c’é la carta infedeltà: se cambi posizione ti danno in cambio un sottosegretariato»), ma non vorrei anch’io, come lei, «apparire irrispettoso verso le istituzioni».
Certo è che siamo di fronte ad un ulteriore brutto esempio da parte della nostra classe politica. Io non ho fatto i conti, ma c’è chi dice che in questa legislatura ci sono stati 164 cambi di casacca, con 121 parlamentari che hanno cambiato schieramento. Qualcuno è andato e tornato. Cambiare idea è lecito, ma che a farlo siano in così tanti appare sospetto. E poi se alcuni vengono persino «premiati» il sospetto diventa certezza che qualcosa non va, anche perché di questi 9 sottosegretari non credo ci fosse bisogno soprattutto nel momento in cui si chiede la semplificazione della burocrazia e una riduzione della spesa pubblica. I sottosegretari, che non sono proprio così «sotto» come dice lei, sono coadiutori del ministro, spesso con la delega ad un settore specifico tra le competenze di un ministero, ma soprattutto, rispetto ai normali parlamentari, hanno ulteriori compensi e benefici.
Andrea Fagioli