L’estrema debolezza del nostro sistema politico
Egregio direttore, tutto si svolge, per l’elezione del presidente della Repubblica, a salvaguardare alcuni personaggi che hanno governato l’Italia per diversi anni e pensano esclusivamente alla propria incolumità. Tramano nell’ombra per evitare che sia eletto una personalità che difenda la nostra santa Costituzione. Il parlamento è occupato da nominati e non da eletti dal popolo italiano. Non può essere eletto un personaggio che per il suo trascorso politico è sempre stato contro la Costituzione. Il Movimento 5 stelle è l’unico che lavora a difesa della Costituzione, il resto sono mercenari pronti a tradirla e a svenderla. Noi cattolici dovremmo difenderla e valorizzarla come atto costitutivo di una pacifica convivenza. Eppure nessuno dice: che il compito del presidente della Repubblica è quella di custodire la Carta costituzionale e non personaggio eletto a difesa di interessi partitici o ideologici di varia natura.
Caro Lombardo, partiamo dal fondo: io credo che i cattolici abbiano sempre difeso la Costitituzione e su questo si siano sempre distinti. Per non parlare del ruolo fondamentale che hanno avuto nella stesura stessa della Carta. Spero poi di interpretare male il suo riferimento quando dice che «non può essere eletto un personaggio che per il suo trascorso politico è sempre stato contro la Costituzione», ovvero spero non si riferisca a Giorgio Napolitano. Se invece fosse così, non sarei per niente d’accordo in quanto l’appena rieletto presidente della Repubblica, pur avendo un trascorso politico e culturale non condivisibile, si è dimostrato, come Capo dello Stato, un saggio e fedele garante della Costituzione, pronto a sacrificarsi alla soglia degli 88 anni per il bene del Paese. Molto esplicito è invece l’apprezzamento positivo che lei riserva al Movimento 5 stelle come «l’unico che lavora a difesa della Costituzione», mentre «il resto sono mercenari pronti a tradirla e a svenderla». In questo caso il disaccordo è netto: non credo si possa difendere la Costituzione parlando di «golpe» (anche se poi derubricato a «golpettino») a proposito della rielezione di Napolitano, incitando poi la gente a scendere in piazza. Anche perché la piazza, come ha detto lo stesso presidente della Repubblica nel forte discorso d’insediamento, non può essere contrapposta al Parlamento. Lei parla di trame a proposito degli altri partiti, ma le sembra una scelta per loro coerente e priva di secondi fini quella dei «grillini» di candidare (alla faccia del «tutti a casa») Stefano Rodotà, un ottantenne che ha ricoperto un gran numero di ruoli istituzionali?
Quello che a me sembra evidente in questo momento è l’estrema debolezza del sistema politico, per di più in una situazione di gravità eccezionale. Un sistema talmente debole che ha dovuto supplicare l’anziano Capo della Stato ad accettare (per la prima volta nella storia repubblicana) un secondo mandato. E lui lo ha fatto con «esemplare disponibilità», dimostrando di essere tra coloro che hanno ancora realmente a cuore le sorti del Paese, cosciente che fuori dai palazzi della politica c’è gente e ci sono famiglie che, come ha scritto la presidenza della Cei nel messaggio a Napolitano, «vivono la crisi economica che, a sua volta, rimanda a una crisi più profonda e generale», che «tocca le radici stesse dell’uomo».
Andrea Fagioli